1 luglio 2010

VIVO NELLA BARA

Provate ad immaginare cosa deve aver pensato il sig.V.,quando svegliatosi all’improvviso da una morte apparente,scoprì di essere chiuso dentro ad un’angusta bara di zinco.

Il primo istinto fu di mettersi ad urlare,ma dalla gola gli uscì soltanto un roco,impercettibile gemito; sconvolto dal terrore decise allora di battere con forza i pugni contro la massiccia copertura di metallo del feretro,ma i suoi polsi indeboliti e tremuli riuscirono appena ad accarezzare il duro coperchio.

Deluso,decise allora di attendere la morte,affidandosi alle poche preghiere che conosceva ,quando dal silenzio più profondo gli parve di sentire la voce di sua moglie;era la solita voce dolce e gentile che aveva imparato da tempo a conoscere ed amare.

Tese l’orecchio per ascoltare meglio ma quello che intuì provocò in lui la più profonda delle amarezze:la donna innanzi alla bara vomitò tutto il disprezzo che aveva accumulato nei suoi confronti,durante i lunghi anni del loro matrimonio, confessò di averlo tradito con numerosi uomini esprimendogli la gioia di saperlo finalmente morto e lontano per sempre da lei.

Il signor V.,rimase allibito innanzi a queste dichiarazioni:- “Non è possibile” sussurrò.“La mia cara moglie,la mia mogliettina…non è possibile”.

La voce che più tardi riconobbe era invece quella del parroco,lo sentì brutalmente bestemmiare e pronunciare frasi sconce e scurrili nei confronti della donna che stava lì accanto a lui.Il parroco chiedeva alla sua “mogliettina” di avere con lui dei rapporti sessuali,e i colpetti cadenzati che udì subito dopo contro la bara,i fruscii e i gemiti che in seguito ascoltò erano quelli di due corpi che appoggiati al catafalco stavano scopando.

Il silenzio tornò sovrano per parecchio tempo.L’uomo prigioniero dentro alla bara,incominciava a respirare a fatica,ma prima che le forze gli mancassero completamente riuscì ancora a percepire altre voci a lui familiari;erano le voci dei suoi migliori amici,ma quello che usciva dalle loro bocche non era un pietoso rosario di commiato,ma fiumi di parole di scherno e gravi calunnie contro la sua persona.

“No, no…i miei migliori amici” pensò. “Ho sempre gioito e scherzato con loro….ho sempre aiutato chi aveva bisogno…ho sempre avuto parole di conforto per i più tristi, per i più depressi…no,non voglio crederci,non posso crederci”

Le ombre della morte stavano ormai per calare sul corpo del signor V.,quando una voce femminile,che conosceva molto bene lo fece per un attimo sussultare;era la voce della sua adorata figliola,ma dalle sue giovani labbra non uscirono parole buone e caritatevoli,ma solo rimproveri,condanne e maledizioni verso la sua anima.

L’uomo avvertì la morte vicina a lui,ma prima di abbandonarsi completamente ad essa allungò il tremolante braccio verso il coperchio della bara,stupendosi di avere ancora quel filo di forza;con grande meraviglia si accorse che la copertura traballava scostandosi leggermente,capì che era soltanto appoggiata e i becchini non l'avevano ancora sigillata,poteva, quindi,con un ultimo ed estremo sforzo tentare di sollevarla e di ritrovare la libertà;

Ma dopo tutto quello che aveva ascoltato il suo cuore era gia morto,lasciò quindi ricadere il braccio lungo il suo corpo e aspettò che il sonno eterno lo soprafacesse.

Pur trattandosi di fantasioso racconto,non è che poi siamo tanto lontani dalla realtà......



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