29 marzo 2010

RITORNO DALL'ALDILA'

MAGGIO 2008
Velma Thomas di 59 anni,sbalordi' i medici quando improvvisamente e fuori da ogni pronostico,ritorno' dall'aldilà;

Era stata trovata priva di sensi a seguito di un'attacco cardiaco nella sua casa di West Virginia,(USA) non aveva polso,nessun segno di battito cardiaco,assoluta assenza di attività celebrale,dopo il suo ricovero presso il reparto di terapia intensiva dell'ospedale di Charleston,subi' due ulteriori attacchi di cuore che smise di battere,tanto che secondo i medici dopo 17 ore fu' dichiarata clinicamente morta anche per mancanza di stimoli cerebrali,il suo corpo,le sue mani e la pelle avevano gia' assunto i segni classici della rigidità cadaverica;

Il figlio anche lui un medico,aveva lasciato l'ospedale per organizzare il funerale,in quanto gli era stato anticipato che non sarebbe sopravvissuta.

I medici provarono di tutto per salvarle la vita,anche inducendo l' ipotermia in un tentativo di abbassare la temperatura corporea e stimolare il cervello,ma dieci minuti dopo,mentre il personale medico rimuoveva i vari supporti di rianimazione e si apprestavano a preparare il corpo per prelevarne gli organi,Velma Thomas si sveglio';

"Muoveva il braccio,ma abbiamo pensato che fosse un movimento riflesso",dissero

Velma Thomas mosse il braccio ed il piede,poi tossì e apri' anche gli occhi,sorprendentemente inizio' anche a parlare e disse:"Dov'è mio figlio?".

Per il cardiologo Dr.Eggleston che la segui' nel reparto di rianimazione:"non esisteva alcun sintomo di attività neurologica,è un miracolo,ci sono cose che medici ed infermieri non possono sempre spiegare.Penso che questo sia uno di quei casi";
La fortunata rediviva,ebbe in seguito un recupero completo.

Ironia della sorte,il fatto che fosse una donatrice di organi puo' apparentemente aver impedito la sua morte,era stata tenuta in vita e ritardato il distacco delle apparecchiature mediche di ventilazione per preservarne gli organi;

dal forum di medicina alcune considerazioni di etica e scambio di opinioni !!!!!

Anonimo ha scritto ...

In pratica medica,una persona non dovrebbe essere dichiarata clinicamente morta quando è stata eseguita l'ipotermia farmacologica al cervello.Medicalmente l'ipotermia indotta preserva le funzioni cerebrali e può anche indurre artificialmente "uno stato di morte cerebrale" in una persona e determinare illecitamente una dichiarazione di morte.

In questo caso,poiché Velma era una donatrice di organi,la donazione di organi era stata già discussa con la piena conoscenza medica,che Velma poteva essere in uno stato clinico farmacologico di "morte cerebrale" a causa dell'ipotermia.

Quattro fasi di angiografia cerebrale(non EEG ) è lo standard accettato e ragionevole della pratica medica per confermare l'irreversibilità della perdita delle funzioni cerebrali prevista dalla "Determinazione uniforme dell'atto di morte 1981".

Perché le venne eseguito un'esame EEG meno accurato,invece di un test più accurato di conferma che si concluse con la dichiarazione illecita di morte?

"La mancanza di rispetto degli standard medici accettati nella determinazione della morte cerebrale a scopo di donazione di organi è purtroppo comune",come il dottor David M.Greer (neurologia 2008; 70:284-289) ha riscontrato e documentato in un sondaggio tra i 50 top ospedali neurologici degli Stati Uniti ,e così dicasi per la dichiarazione di morte cerebrale illecita per procurarsi gli organi:
(http://www.neurology.org/cgi/content/short/70/4/284).

Molti di questi casi,tuttavia,non raggiungono i mezzi d'informazione,perché le famiglie dei donatori non sono fortunati come Velma Thomas.

secondo intervento...
C'è qualcosa che non quadra in questa storia.Come può un cervello sopravvivere per 17 ore senza ossigeno? Ci sara' stato un seppur lieve battito cardiaco non percepibile dalle apparecchiature? E' stata erroneamente diagnosticata la morte cerebrale per 17 ore?

Fonte:http://www.dailymail.co.uk

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