6 maggio 2010

RITORNO DALL'ALDILA' ?

Il caso che segue,riguarda un tentativo di suicidio di qualche anno fà,costellato da fortunate se non eccezionali circostanze......

E' stato due settimane prima che Joshua Shivanand Mahabir di 25 anni,che evidentemente non doveva essere uno stinco di santo,venne abbandonato dalla moglie con il figlio di pochi mesi,dopo l'ennesima violenta discussione.Più tardi quella sera telefonò a casa dei suoi parenti chiedendo di lei,ma per tutta risposta gli fecero intendere chiaramente che:“l'unico loro desiderio era vederlo morto e di lasciarli in pace”.

Preso dalla disperazione e dallo sconforto,dopo aver girovagato in vari locali,andò in un negozio e comprò una bottiglia di "Gramaxone" (un diserbante),acquistò anche una bottiglia di bevanda analcolica e con questo cocktail affogò la sua tristezza,evidentemente deciso di farla finita.

Ricoverato d'urgenza presso "l'Ospedale Generale" di San Fernando (Trinidad) ,dopo essere stato posto in terapia intensiva,venne dichiarato in seguito come deceduto,con tanto di referto allegato in cui si riportava il suo nome,la data di nascita,data ed ora del decesso e le possibili cause :"avvelenamento".

Ma lui come in seguito dichiarò,era come paralizzato,non poteva muoversi,ricordava solo che fù avvolto in un lenzuolo sporco di sangue,quindi sistemato in un sacco plastificato per cadaveri e trasferito su di una barella accatastato con altri due corpi,lui era nel mezzo,presso la camera mortuaria dell'istituto.

Non si sa quanto tempo abbia trascorso in quella infelice situazione,ricorda solo che sentì qualcuno urlare:”questo non è il mio amico morto".Era la voce di un suo collega di lavoro,che caso volle era andato in ospedale (per il trattamento di un'infortunio alla mano) e che non potendo credere che fosse morto si recò per curiosità in obitorio,così quando l'inserviente si allontanò un'attimo per chiudere la porta,aprì velocemente il sacco e lo vide sbattere gli occhi.

Con tutto il trambusto che ne seguì e come da prassi venne avviata un'inchiesta,secondo il parere del Dott.Anand Chatergoon,Capo del Dipartimento di Anestesia,l'incidente apparve come una cosa impossibile anche perchè la diagnosi di morte fù fatta in quanto non c'era battito cardiaco,nè altri impulsi vitali,un'incidente inconcepibile.

Dopo due giorni di ricovero e tante scuse,venne dimesso anche perchè dagli ulteriori esami non risultavano più tracce di veleno nel suo sangue.

Il resuscitato sostenne si sia trattato di un miracolo,ma miracolo,fatalità o destino che sia stato,anche se un vecchio detto recita:“L'erba cattiva..non muore mai!",tuttavia non capita spesso nella vita di avere una seconda chance in simili casi....





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