23 maggio 2010

NECROFILIA COME E PERCHE'

Di Necrofilia si è già parlato in precedenti post,ma evidentemente non è mai abbastanza,ecco allora un'interessante analisi della Dott.Chiara Camerani,Presidente del Cepic - Centro europeo di psicologia investigazione e criminologia -

LA NECROFILIA

A seguito di una breve introduzione ho suddiviso i necrofili in tre classi, secondo un ordine di gravità rispetto all’intensità della perversione.L’ultima classe,da me definita necrofilia latente è quella sulla quale ho concentrato maggiormente il mio interesse,svolgendo alcune ricerche tramite internet e prendendo contatti con alcuni soggetti.

Il lavoro evidenzia inoltre il legame esistente tra necrofilia,feticismo e melanconia.
Parole chiave:Necrofilia;Necrofilia semplice e latente;Feticismo;Melanconia.

"Mi piaci molto. Perciò ti uccido".
"Non voglio vederti mai cambiare". Imbalsamazione.
"Non mi deluderai". Necrofilia.
"La tua pelle sembra pergamena.Quante poesie ci scriverò sopra".
Anonimo

CENNI STORICI

Chi si macchiava di reati quali bestialità,omosessualità e sodomia veniva condannato a morte.In realtà,per la scarsità di reperti storico-statistici,non sappiamo se questi interdetti venissero realmente osservati.

Il concetto di sesso secondo natura (privo di piacere,svolto secondo la modalità più idonea alla procreazione rappresentata dalla posizione supina della donna con l’uomo prono su di lei) passerà indenne per tutto il settecento seppure mitigato nelle pene.

Uno dei maggiori giureconsulti dell’800 definisce “venere monstrosa ogni alterazione del naturale stimolo nel rapporto uomo donna volto alla procreazione della prole.Quando essi sono spinti contro le intenzioni della natura,l’atto porterà alla rovina del genere umano.Sono accusati di venere monstrosa gli amatori dei fanciulli,coloro i quali esercitano un piacere sbagliato con i maschi,che si lasciano usare come donne,donne che si congiungono con altre attraverso il clitoride,ma desiderano gli stessi uomini…sono accusati di v. m. coloro che esercitano un nefando piacere con gli animali,chi giace con cadaveri umani e abusa libidinosamente di questi,i fellatori che si congiungono in modo osceno attraverso la bocca,gli insozzatori che offrono a questi i genitali, gli onanisti che con le donne interrompono l’atto amoroso incominciato o avvolgono i genitali con una membrana per non ingravidare la donna…”.

Col tempo,molti pensatori cominciarono ad auspicare l’allontanamento dell’intervento statale da tali questioni ad eccezione che queste non fossero accompagnate da violenza,reale o presunta e quindi non apportassero offesa alla libertà del partner.Dalla fine ottocento si iniziano quindi a differenziare i precetti religiosi dagli obblighi giuridici,
processo
questo,che ha continuato ad evolversi fino ai giorni nostri.

DEFINIZIONE DI PERVERSIONE

In “Tre saggi sulla teoria sessuale” (1985) Freud definisce la perversione sessuale come l’opposto della nevrosi in quanto,gli impulsi rimossi nel nevrotico trovano pieno sfogo nel perverso,il quale si difende dall’angoscia regredendo a forme di sessualità infantile.Il nevrotico,invece attua difese quali spostamento e conversione delle emozioni in altri settori della vita.Ne deriva che il nevrotico cela nel sintomo fantasie sessuali perverse,mentre il perverso esprime apertamente i propri desideri.

Freud sostiene inoltre che lo sviluppo della libido può arrestarsi in qualsiasi momento dello sviluppo sessuale,in seguito a condizionamento,fissazione,regressione portando all’emergere della perversione.In quest’ottica la perversione polimorfa è uno stadio normale dello sviluppo sessuale che,a seguito di repressioni conseguenti al complesso edipico,di castrazione,ad apprendimenti o esperienze porta alla fissazione e dominanza di pulsioni parziali tipiche di un certo stadio di sviluppo e,conseguentemente alla perversione adulta.

L’aberrazione sessuale sarebbe quindi il prodotto di fattori costituzionali,biologici e accidentali (interpersonali) .

Una pulsione istintuale accesa dall’Es viene rifiutata dal Superio o dalla realtà,l’Io crea una formazione di compromesso
per soddisfare parzialmente il desiderio istintuale e allo stesso tempo tacitare il Superio o la realtà in quanto il vero desiderio non viene realizzato.

Per Freud il conflitto tra domanda istintuale e pericolo che ne scaturisce provoca la scissione dell’Io che si esprime in due reazioni contrarie:"negare la realtà e rifiutare di accettarne la proibizione oppure considerare come sintomo patologico il timore del pericolo distanziandosi da esso e cercando di liberarsene".

Baldaro Verde afferma,in accordo con Freud,che l’Io minacciato durante lo sviluppo psicosessuale ricorre ad un meccanismo di difesa,la scissione,che permette comunque il raggiungimento del piacere avvalendosi di linee alternative di sviluppo.Queste possono giungere fino alla perversione e instaurarsi prima dei cinque anni (molti soggetti con cui ho parlato sostengono di avvertire i loro impulsi da sempre,addirittura ne indicano con precisione la comparsa verso i tre e i cinque anni).

Nell’edizione del 1987 (DSM III-R ) i disturbi sessuali vengono suddivisi in due categorie;disturbi dell’attività sessuale “normale” (frigidità, eiaculazione precoce…) e parafilie,cioè attrazioni per la deviazione:in questo caso l’eccitazione ed il soddisfacimento sessuale possono venire suscitati da oggetti,comportamenti sadici,oggetti sessuali inadeguati quali bambini,animali,individui non consenzienti.

A questo proposito Scharfetter (1992) osserva che gli ormoni sessuali possono condizionare l’intensità della pulsione, ma non il suo orientamento.Quest’ultimo si determina in base allo sviluppo globale dell’individuo inserito nella collettività.Secondo l’autore gli elementi genetico,gonadico e somatico del sesso fungeranno da premessa sulla quale,in base alle più disparate influenze psico-sociali,si formerà il “sesso psichico”,costituito da tre aspetti: "consapevolezza del proprio sesso (coscienza),pulsione sessuale (impulso) e comportamento sessuale (copulativo)".

L’autore considera il coito come espressione del comportamento sessuale maturo e lo definisce normale,quando si svolge tra individui di sesso opposto in modo che nessuno dei partner riceva danno o sofferenza e che ci sia possibilità di procreazione .

Egli definisce inoltre anormale l’individuo che,pur avendo la possibilità di attuare un comportamento sessuale orientato al coito,preferisce pratiche alternative le quali,invece di fungere da sfondo alla normale attività coitale,divengono pratiche esclusive e coatte: “quanto più lontano dalla norma coitale,quanto più immaturo e rigido è il comportamento sessuale,quanto più sussiste una dipendenza di tipo morboso,tanto più giustificato sarà il termine perversione”.

Scharfetter propone la seguente classificazione dei disturbi sessuali suddividendoli in cinque gruppi:

A) oggetto sessuale anomalo (parafilie)
B) pratiche sessuali anomale (modo anomalo di raggiungere l’eccitamento e la soddisfazione sessuale)
C) coscienza anomala del sesso
D) anomalie dell’intensità della pulsione
E) disturbi della potenza

Le osservazioni della Kaplan permetteranno di approfondire il concetto di perversione finora descritto;essa associa alla perversione il carattere coatto,imperativo,stereotipato del gesto,invariabilmente orientato verso comportamenti e oggetti sessuali anomali e bizzarri

E’ la caratteristica di fissità a distinguere la perversione dal comportamento sessuale bizzarro,che si differenzia da essa in quanto i partners scelgono liberamente di realizzare giochi e fantasie che possono variare nel tempo secondo l’estro ed il coinvolgimento di ognuno e culminare nel coito.Anche Stoller (1992) utilizza una simile differenziazione avvalendosi però del termine “aberrazione”, col quale intende una o un’insieme di pratiche erotiche che si allontanano dalla norma e fungono da atto sessuale completo.

L’autore divide le aberrazioni in due classi:

la variante (attuazione di fantasie occasionali messa in moto da un disturbo mentale da fantasie occasionali o da una curiosità che non viene ripetuta)

e

la perversione (definita come “forma erotica dell’odio” è una fantasia persistente ed esclusiva che porta il soggetto alla soddisfazione sessuale).

In definitiva,la differenza tra variante e perversione è funzione della presenza del desiderio di arrecare danno,di vendicarsi.

PERCHE’ NASCE LA PERVERSIONE

La teoria del superamento del trauma si riscontra in molti autori;Glover, (1933);Vincenzi, (1998);De Luca,(1998) sostengono che ogni comportamento perverso si riferisce ad eventi reali,derivati prevalentemente da traumi e insicurezze vissuti durante l’infanzia,che hanno minato la struttura di personalità del soggetto il quale,in modo non razionalizzato né codificato,tenta di superare le angosce conseguenti a ad essi.

Avviene quindi che i sistemi primitivi di libidizzazione (emersi nei normali processi di sviluppo) divengono sistemi di difesa predominanti e fissano la perversione.I traumi rimasti inconsci,trovano drammatizzazione nella stessa,che svolge una funzione espressiva ed esorcizzante e permette di combattere ansia,depressione o disturbi invalidanti (che altrimenti sfocerebbero in nevrosi o psicosi).

Attraverso la replica il perverso domina ricordi ed emozioni risultate,durante l’infanzia,troppo eccitanti,dolorose ed umilianti per essere gestite.

Il ricordo può venire riproposto nella sua interezza (da bambino venivo picchiato ed umiliato,chiedo al partner di fare lo stesso) o venire rovesciato (in questo caso lo stesso soggetto assume il ruolo di carnefice,riacquistando i poteri perduti nell’infanzia).A differenza dei comportamenti ossessivo - compulsivi, che svolgono una funzione rassicurante e curativa,la perversione mantiene la coscienza dell’amoralità dei suoi atti e in parte ne trae godimento.

Secondo Stoller la perversione si sviluppa per fronteggiare le minacce avvertite nei confronti della propria identità di genere.La conversione del trauma infantile in trionfo adulto avviene grazie all’intervento dell’ostilità.Nell’atto perverso il trauma passato viene cancellato e trasformato in piacere,vittoria,orgasmo.La coazione,secondo l’autore deriva dall’incapacità di liberarsi totalmente dal trauma.

Stoller sostiene che l’eccitazione sessuale stimola il ritorno in superficie del trauma,la cui ripetizione può riattivare una situazione di pericolo e angoscia.Queste sensazioni invece di fungere da ostacolo al raggiungimento del piacere (come sarebbe normale che accadesse) vengono attutite e capovolte nell’atto perverso tramite negazioni e conversioni (manifestazione della propria superiorità,oggettivazione della vittima…).

A questo punto l’esito del trauma non è più terribile ma piacevole,in quanto il soggetto si sottrae alla minaccia e ne trae gratificazione sessuale.La vendetta è l’elemento determinante,essa rovescia i ruoli e le emozioni dei partecipanti alla perversione;la vittima diventa vincitore,da essere passivo acquista potere sull’altro,lo domina.Ciò permette di superare l’angoscia e la paura del trauma,con la coscienza del fatto che si verrà gratificati in termini di dominanza e piacere sessuale,che questa volta sarà un trionfo.

DEFINIZIONE DI NECROFILIA

Il disturbo sessuale sul quale è focalizzato questo studio appartiene alla categoria delle parafilie;

La Necrofilia:Essa è definita dal DSM III-R come investimento erotico in scene macabre,con rituali funerei fino a giungere in alcuni casi al congiungimento sessuale con cadaveri.

Dalla letteratura questa parafilia risulta essere molto rara e spesso associata ad altre perversioni (sadismo, oralism),i necrofili inoltre, sembrano essere palesemente anormali anche in altri ambiti (oligofrenici,psicotici, soggetti sessualmente inadeguati…)

La necrofilia ha implicazioni soprattutto in ambito medico-legale (violazione di cadavere),in casi estremi può spingere all’omicidio.Tipica di personalità gravemente abnormi è anche la necrofagia (pratiche sessuali abnormi) l’appagamento e l’eccitazione in questo caso derivano dall’ingestione dei corpi delle vittime uccise,spesso sono i genitali a venire mangiati ( De Luca, 1998).

La necrofilia sembra trovare molti riscontri nella storia veniva celebrata in molte antiche culture come mezzo di connessione spirituale con i defunti o condannata già all’epoca.

Il vasellame dei Moche,una civiltà presente in Perù nei primi sette secoli della nostra era,presenta immagini di scheletri conosciuti come carcanchas,che si accoppiano con i vivi o fra di loro.

Lo storico greco Erodoto riporta che in Egitto i corpi di donne belle o altolocate non venivano consegnati subito agli imbalsamatori (come d’uso) ma venivano lasciati putrefare alcuni giorni,in modo che perdessero ogni attrattiva sessuale per gli stessi.

Nell’Europa medioevale la cura per l’ermafroditismo consisteva nel far accoppiare lo sventurato con una vergine appena deceduta.

Come precedentemente affermato,perché l’atto perverso si concluda in trionfo (per usare una parola di Stoller) e non sia troppo ansiogeno,vengono presi degli accorgimenti allo scopo di diminuire il rischio di ripetizione del trauma;

Nel necrofilico l’oggetto scelto sarà totalmente passivo non potrà così minacciare,interferire,testimoniare,accusare e punire per il desiderio colpevole di vendetta che il soggetto sta covando (“la vittima potrebbe accorgersi del mio odio e reagire facendomi quello che vorrei fare a lei”).Il cadavere,inoltre, può venire lordato,attaccato,odiato,senza che il soggetto sia colpevole della sua morte o della sua sofferenza in quanto già morto.

LE DIVERSE TIPOLOGIE DI NECROFILO

Non sappiamo il reale numero di casi di necrofilia,la particolarità stessa della perversione ne rende difficile l’attuazione e l’individuazione.

Per comodità proporrò comunque una suddivisione in tre categorie che permetta di distinguere;

Nel primo gruppo i casi eclatanti,quelli cioè balzati alle cronache.Individuerò fra questi la categoria dei serial killer necrofili (è in questi soggetti infatti,che si riscontra la più alta percentuale denunciata di atti),abbiamo poi i

Necrofili semplici:coloro cioè che indulgono in pratiche sessuali con cadaveri pur non macchiandosi di omicidio.

e poi il

Necrofilo latente:un soggetto cioè che ha la necrofilia come fantasia sessuale ricorrente e ossessiva.

In questo settore ho svolto alcune ricerche tramite internet prendendo contatti con alcuni soggetti.Non è ovviamente possibile considerarlo un campione statistico ma spero che alcune osservazioni possano comunque fornire un piccolo spunto per ulteriori ricerche.

IL SERIAL KILLER NECROFILO

Casi di necrofilia sono maggiormente riscontrati negli assassini seriali i quali,essendo fortemente disturbati nella sfera sessuale,presentano spesso perversioni e combinazioni di esse.

Lo studio di Ressler e Coll (1988) per l’FBI conferma la presenza di abbandono,traumi,violenze,condizioni familiari ad alta valenza sessuale (prostituzione della madre,abusi,promiscuità..) nella vita di questi soggetti,ne deriva una visione del sesso come sporco,negativo e pericoloso,spesso una condizione di isolamento sociale e un’incapacità a relazionarsi con altre persone.

Le perversioni più frequenti nell’assassino seriale,sono indicate da De Luca come necrofilia e sadismo,queste due deviazioni permettono di suddividere i soggetti in due gruppi differenti tra loro per caratteristiche e modus operandi:il "necrofilo sadico" ed il "necrofilo semplice".

Secondo l’autore, il "serial killer necrofilo sadico " maschera un’omosessualità latente che l’educazione e l’ambiente circostante non gli permettono di esprimere.Ne consegue una profonda frustrazione legata all’incapacità di avvertire un normale desiderio sessuale,accompagnata da una sensazione di inadeguatezza e minaccia verso il proprio io.Il risentimento che ne scaturisce viene riversato sull’oggetto il quale,in quanto manifestazione tangibile della sua inadeguatezza/inettitudine,diviene “oggetto odiato”.

L’atto consumato dal sadico è espressione di dominio,affermazione di sé e spregio per la vittima;il piacere è legato all’esercizio del potere ed alla sofferenza inferta,perciò la vittima dovrà restare viva il più a lungo possibile.In quest’ottica il comportamento necrofilico assume un significato di offesa estrema e di affermazione della propria potenza sessuale.

Il "serial killer necrofilo" è generalmente un individuo isolato dal mondo,chiuso e timido.L’assenza di relazioni e la paura dell’oggetto provocano un’inibizione sessuale che si scioglie solo rendendo l’oggetto stesso inoffensivo e passivo.Il rapporto con la vittima è diverso dal sadico (che la vuole viva per prolungarne la sofferenza),il necrofilo ha fretta di ucciderla e presta grande attenzione alla preservazione del cadavere,col quale stabilisce un rapporto che potremmo definire emotivo:"lo pulisce,lo cura,ci dorme insieme,lo abbraccia e vi si stringe contro ".

Da ciò è evidente il carattere di tipo essenzialmente pregenitale di questa parafilia;l’attività è limitata,la masturbazione
è la modalità predominante.Ciò potrebbe dipendere dalla forte minaccia che il corpo,seppur morto,suscita.

Esso infatti è privo di funzione,svolge prevalentemente un ruolo di specchio.De Luca nota che l’attività sessuale è di tipo fortemente autoreferenziale,evidenzia inoltre,come l’autoerotismo si unisce/combina alla contemplazione del cadavere e delle emozioni che questo suscita.

A volte l’oggetto amato oltre ad essere posseduto può venire simbolicamente introiettato tramite atti di cannibalismo, così che l’unione sia completa e il soggetto non possa più venire abbandonato.

IL NECROFILO SEMPLICE

Si includono in questa categoria coloro che non uccidono per avere un cadavere,ma scelgono un tipo di lavoro che consenta la vicinanza con l’oggetto del desiderio:becchini;impiegati presso agenzie funebri,operatori in camere mortuarie.

L’esiguo numero di casi di cui siamo a conoscenza può dipendere dal fatto che eventi di questo tipo passano per lo più sotto il silenzio in quanto,probabilmente,le rare volte che accadono non vengono scoperti oppure,anche se ciò dovesse verificarsi non è interesse della ditta o dell’ospedale rendere pubblico l’accaduto.

L’assenza di scrupolo o di colpa che denotano questi soggetti nei confronti della profanazione compiuta,potrebbe trovare una spiegazione in un certo senso filosofica:ciò che connota l’essere umano come tale è l’attività,il pensiero, la reazione in risposta all’ambiente.

Quando tutto ciò cessa, cessa anche l’essere umano il quale,una volta privato delle sue caratteristiche,regredisce alla condizione di oggetto.Un necrofilo contattato in chat mi ha fornito un esempio calzante con quanto precedentemente detto:“se guardi il cadavere sotto il lenzuolo,lo vedi coperto,qualcosa di già chiuso,dimenticato dal mondo.Come un libro,un oggetto:lo scopri,lo leggi,lo conosci nelle sue parti e poi lo rimetti a posto…”. Non c’è colpa in quanto la il corpo è già dimenticato dal mondo,l’inattività è la chiave della coscienza.

IL NECROFILO LATENTE:LA RICERCA SUL CAMPO

Le comuni fantasie sessuali generalmente richiedono una “vittima” (bondage,stupro,sadomasochismo…) anche quando vengono attuate nella vita quotidiana comportano l’assunzione,(consensuale o meno) da parte di uno dei due partners del ruolo di vittima.Ciò che la comunità virtuale di necrofili con cui sono entrata in contatto afferma a questo proposito è che la necrofilia è la forma più pura di “sesso senza interesse”,in quanto nessuno viene a ricevere sofferenza fisica o morale,né subisce abusi (escludendo ovviamente coloro che uccidono per procurarsi i corpi).

Robert è il soggetto più interessante della mia ricerca,con il quale ho intrapreso una corrispondenza elettronica;egli appartiene (come la maggior parte dei membri della comunità necrofila virtuale di internet ) a quei soggetti che limitano alla fantasia la loro deviazione.Anche se non mettono in pratica la fantasia,io definirei anch’essi come perversi in accordo con la definizione della Kaplan.

La fissità e la persistenza ossessiva della fantasia non ci consente di classificarla come comportamento sessuale bizzarro (si veda la definizione della Kaplan nel paragrafo sulla perversione).Inoltre,molti soggetti affermano di avere una normale vita sessuale,dalla quale però non traggono piacere.Potremmo quindi concludere che la presenza di questa fantasia è invalidate per la vita sessuale del soggetto ed includerlo nella nostra classificazione come un livello di perversione di minore entità.

Dalla letteratura la necrofilia risulta essere una perversione quasi esclusivamente maschile.

In quest’ambito la gamma delle sfumature è vasta;si va dalla tendenza sadica ad imporre il proprio dominio (profanazione del corpo inteso come oggetto e disponibile a soddisfare ogni proprio desiderio) fino a giungere ad una sorta di rapporto emotivo…. “recentemente ho letto di un incidente accaduto ad una studentessa di 18 anni… stava passeggiando con i suoi amici quando un’auto in corsa l’ ha investita… dalla foto sul giornale sembrava molto graziosa, con lunghi capelli neri e un viso dolce.Ho avvertito subito un grosso dispiacere,perché lei? Perché è dovuta morire in un incidente così cruento? (moralmente mi sono domandato, dov’era Dio in quel momento? )… poi ho pensato alla sua famiglia… mi sono chiesto se avesse un ragazzo,se avesse mai amato se avesse avuto la possibilità di avvertire un tocco caldo e amorevole sul suo corpo… se avesse già fatto l’amore…le mie emozioni hanno spaziato da una grande compassione a temi più sessuali".

"Desideravo che qualcuno desse a questa ragazza la delicata e dolce esperienza dell’amore prima che venisse seppellita, dopo quella morte così violenta e tragica avrei voluto farle sentire il mio calore, la mia compassione, lasciarle una parte del mio “amore” per l’eternità. Naturalmente non avrebbe sentito niente di tutto ciò ma … sono entrati in gioco aspetti spirituali del mio sentimento… non sono uno “scopatore di corpi” per puro piacere, per me è l’ultimo legame che una persona può avere con la vita, è l’emozione di dare qualcosa

ROBERT

Dagli scritti di Rob si evincono alcuni elementi della sua vita:egli afferma di essere stato affascinato dalla morte già nei primi anni di vita,guardando western e film violenti.I suoi giochi in seguito erano incentrati sul riproporre quelle scene impersonando la vittima.

Egli ricorda che il piacere maggiore proveniva dall’essere toccato,manipolato,trascinato dagli altri bambini,in seguito,i suoi interessi sono naturalmente evoluti verso l’altro sesso e così le sue fantasie,incentrate in questo periodo sull’essere morto e abusato da una donna giovane e bella,oppure di essere donna e venire stuprata e uccisa.

Il soggetto afferma che durante il college le fantasie necrofile sono state represse per lasciare spazio alle normali relazioni,anche se poi ammette di non aver mai fatto sesso con alcuna compagna (a causa della forte timidezza e dell’acne che lo affliggeva) fino al matrimonio,avvenuto alcuni anni dopo.Poco dopo ci tiene a sottolineare di non aver praticato sesso per scelta,in quanto all’epoca sognava molto;in particolare di trovare giovani donne incoscienti o morte e di fare del sesso con loro e si affretta a sottolineare di non aver mai ucciso nessuno.La contraddizione del racconto è evidente.

Rob è sposato da 20 anni con una compagna di liceo,dalla quale ha avuto tre figli e con la quale pratica senza troppo entusiasmo del sesso “normale” ma lontano dalle sue fantasie,che rimangono pertanto insoddisfatte e che egli ha continuato a nutrire collezionando fotografie e creando un sito web.

Rob dice di aver parlato solo di recente alla moglie delle sue fantasie (in occasione di un lutto familiare) e che lei, pur non condividendole,ha cercato di assecondarle (il suo commento in proposito è stato un ironico..“ questo è un grosso merito per lei,non avrebbe mai vinto un oscar per l’interpretazione,comunque”).In conclusione i suoi interessi e desideri sessuali restano insoddisfatti nella vita di coppia.

Molti necrofili sembrano trarre piacere nel trascinare il corpo e posizionarlo,guardarlo abbandonato.

Nelle fantasie del nostro soggetto,a dispetto dell’apparenza delicata che vuole far trasparire,emergono degli evidenti contrasti e degli elementi interessanti quali il feticismo,(le braccia sono un tema ricorrente:“amo guardare le braccia che penzolano, adoro le braccia delle donne”),il desiderio di resa incondizionata:“mi piace praticare del sesso orale con questa partner consenziente” (è indicativo il fatto che il soggetto usi il termine willing;letteralmente consenziente, voglioso,disposto volenteroso,pronto,un termine che sottolinea la volontarietà del soggetto ed è abbastanza stridente col fatto che il soggetto in questione è un cadavere),il contrasto fra il desiderio di dominio,possesso (“inserirmi e venirle in ogni orifizio”) e il desiderio di protezione (“amo baciare ogni centimetro delle sue braccia specie l’ascella e nascondermi in essa”).

Balza agli occhi la costante ambivalenza ed il contrasto fra alcune affermazioni e l’immagine compensatoria che Rob vuol far trasparire nel reiterare la “pulizia” delle sue intenzioni e il sentimento che esse comportano:“amo l’idea di fare l’amore in modo dolce e appassionato con il suo corpo pensando che qualcosa di me resterà con lei per l’eternità. È questo che caratterizza i miei sentimenti; è come dare me stesso e l’essenza della vita, condividere un momento di tenerezza per l’ultima volta. Più che piacere sessuale è compassione verso una giovane donna che non sperimenterà più i piaceri dell’amore”.

Da queste ultime righe è possibile evidenziare altri elementi interessanti,che caratterizzano questo soggetto: prendendo atto della forte ambivalenza riscontrata in Robert,si noti la funzione compensatoria svolta da frasi e descrizioni gentili.Ciò potrebbe trovare spiegazione nel fatto che,essendo la perversione latente,l’istanza Superegoica si fa sentire vivacemente.In maniera ugualmente vivace si fanno sentire meccanismi di difesa quali separazione e negazione.

LA REALIZZAZIONE DELLA FANTASIA

Non tutti i soggetti della ricerca si limitano a sognare, molti realizzano le proprie fantasie nei limiti della legalità inscenando uccisioni, rituali macabri e pratiche sessuali con sedicenti cadaveri.

Una variante che sembra avere una discreta diffusione è definita sleepy sex;in questo caso la partner consenziente viene resa incosciente (o finge di esserlo) e “abusata”,spesso l’atto viene filmato a vantaggio della stessa,che ne fruirà in un secondo momento.

La necrofilia nella letteratura,sia essa reale o fantasticata,sembra essere quasi esclusivamente prerogativa maschile.

Il fatto che la maggior parte di questi siti sono commerciali,spiega la scelta del soggetto ad uso e consumo degli uomini che costituiscono il maggior bacino d’utenza.Non sorprende quindi la massiccia presenza di donne nelle rappresentazioni di questo tipo,ma la loro esclusività; la presenza
maschile nella scena è marginale se non del tutto assente.Si tratta nella maggioranza di casi,di donne che si uccidono e si toccano oppure di donne sole che giacciono nude.

NECROFILIA FEMMINILE

Nella mia ristretta osservazione è presente un numero,seppur esiguo di donne.

Le pochissime che sostengono di aver praticato atti necrofili,affermano di essere state introdotte dai loro partner (ovviamente impiegati in questo campo).In questo caso il cadavere diviene strumento di eccitazione per la coppia, nella quale viene soddisfatto il desiderio voyeristico ed esibizionistico .Inoltre la donna può lasciarsi andare alla massima libertà in quanto la “rivale” non costituisce un pericolo per la sua immagine e per il rapporto.

Più che l’atto in sé,la maggior fonte d’eccitazione sta nell’immedesimarsi con la vittima.Ciò sembra rientrare anche se in forma più intensa,nella comune fantasia femminile di passività e sottomissione al partner (fantasie di stupro…).

Non va comunque tralasciato il fatto che le donne più dei maschi,stabiliscono un legame tra sesso e sentimento è quindi più probabile che si vedano,secondo una visione romantica,come oggetto dell’amore di qualcuno anche dopo la morte o che si immedesimino con maggiore facilità nell’oggetto del desiderio sessuale di un uomo,qualsiasi esso sia.

Le fantasie riguardano la propria morte e il successivo abuso del corpo,oppure il venire uccise durante l’atto sessuale, all’acme del piacere (in questo caso ciò che avviene in seguito sembra essere secondario).Nell’ambito della fantasia di uccisione,le modalità più popolari sembrano essere lo strangolamento e l’accoltellamento.

Molte affermano di aver giocato a fare la morta come variante all’interno di normali giochi sessuali.

Ancora più esiguo è il numero di donne che svolgono una parte attiva nell’atto necrofilo (tre nella mia ricerca,una della quali è Karen Greenlee,arrestata in America alcuni anni fa.)

FETICISMO E NECROFILIA

Nel feticismo come nella necrofilia,il soggetto non è in grado di tollerare l’altro nella sua interezza (in quanto persona), perciò lo frammenterà,deumanizzandolo secondo le modalità più in sintonia con i traumi passati.Una volta scelto un elemento parziale,neutro, il soggetto investirà sessualmente su di esso.In questo modo l’oggetto d’amore,riflesso nel feticcio,diverrà innocuo e di conseguenza fruibile.

Una volta dissociato,l’oggetto viene nuovamente ricomposto,ricreato tramite l’idealizzazione.Quest’atto consente la neutralizzazione dell’ostilità,che viene pervasa da sensazioni positive, erotiche.

Il feticcio verrà insultato,danneggiato, utilizzato a piacimento e resterà sempre “disponibile”,cedevole,condiscendente. Non può arrecare danno,ha un atteggiamento di assoluta cooperazione e contiene ogni tipo di fantasia.Vive nella sfera dell’idealizzazione perciò non delude mai (si affronterà in seguito il legame tra necrofilia e melanconia).

Stoller indica la necrofilia e il feticismo come perversioni prive di ostilità,nel caso della necrofilia egli sostiene che l’oggetto è il cadavere di persone della cui morte non si è responsabili, (ciò comporta quindi l’esclusione nel necrofilo serial killer).

Personalmente non condivido quest’affermazione in quanto il soggetto,pur non essendo responsabile della morte,lo è comunque della profanazione e dei successivi atti sadici (seppur mascherati in alcuni casi).Lo stesso vale per il feticcio,che viene danneggiato lordato e che nella fantasia non è altro che il sostituto del oggetto d’amore odiato.

A seguito di quanto detto,il corpo morto può essere considerato un feticcio.Esso diventa oggetto,simulacro, contenitore,carne,il simbolo di qualcosa che è stato,che spaventa troppo nella sua interezza (come persona
completa,
attiva,pensante).

IL LEGAME CON LA MELANCONIA

Prendendo spunto da Dalle Luche,il quale considera il concetto di melanconia partendo dai contributi fondamentali di Freud e Abraham,in particolare dalla nozione di “ambivalenza verso l’oggetto d’amore perduto” e avvalendomi della prospettiva fenomenologica secondo la quale il melanconico prova amore per l’altro soltanto perdendolo o mantenendosi sul punto di perderlo,vorrei focalizzare l’attenzione sulla relazione tra necrofilia e melanconia.

Il melanconico prova amore solo nella perdita,in quanto il possesso dell’oggetto d’amore obbliga a prendere coscienza della sua finitezza,ad abbandonarne il carattere ideale (perdendolo comunque).

L’oggetto se posseduto,non potrà mai soddisfare le infinite richieste di affetto ed attenzioni,perciò verrà distrutto dalle dinamiche aggressive e ambivalenti del soggetto.

Amgaben (1970-1933) parla di “capacità fantasmatica di far apparire perduto l’oggetto inappropriabile” il problema è che l’inappropriabilità non dipende dalla perdita ma dal fatto che l’oggetto,in quanto idealizzato,non potrà mai appartenere.E’ soltanto nella situazione di lutto per l’oggetto inappropriabile,che il soggetto può entrare in rapporto con esso e possederlo con piena soddisfazione.Ciò non può avvenire nella realtà che porta con sé delusioni,insidie e abbandono.

Nel necrofilo e in particolare nel serial killer necrofilo l’oggetto d’amore è morto, egli l’ ha ucciso così non potrà più abbandonarlo, il soggetto potrà continuare a farlo rivivere nella sua fantasia e attraverso la rappresentazione rituale (si veda Dahmer, il mostro di Milwaukee o Vera Renczi, una rumena che uccise due mariti un figlio e 30 amanti, conservandoli in cantina in bare di zinco.

A questo proposito commentò che non voleva che l’abbandonassero e che voleva fossero tutti suoi.Ancora,Dennis Nielsen,un'inglese alcolizzato omosessuale che strangolava uomini e nascondeva i loro corpi sotto le assi del pavimento,per poi estrarne uno ogni tanto lavarlo,vestirlo,metterlo a letto e fare del sesso.(Nielsen affermava di parlare con i cadaveri e per non sentirsi solo,di circondarsi di parti anatomiche delle vittime).

In accordo con la teoria di De Luca, potremmo dire che il "necrofilo melanconico" tenta di esorcizzare la perdita dell’oggetto d’amore subita nell’infanzia,divenendone artefice.

Il melanconico,incapace di elaborare la perdita dell’oggetto d’amore primario,non può trovarne un sostituto reale nella vita adulta e supera l’impasse sfruttando la perdita subita o provocata per far rivivere fantasmagoricamente l’oggetto.

In questa condizione così lontana dal reale nella quale il legame è protetto dalla consunzione e dal degrado,la passione amorosa non può essere soddisfatta secondo le normali modalità ma nemmeno esaurirsi o negarsi.

Dalle Luche in un articolo sul necrofilismo Bunueliano parla di situazioni che, per “oscure vicissitudini infantili hanno consentito loro di assaporare ed esorcizzare il dolore della perdita attraverso la concretezza sensuale dell’eros, provocando loro un “mare di guai nevrotici” ma fornendoli anche di possibili e concretamente riattuabili soluzioni di compenso erotico” sappiamo infatti,che il comportamento perverso porta in sé tracce della storia del soggetto,è una struttura difensiva messa in atto per salvaguardare il piacere erotico.

Il necrofilo,non riesce per inadeguatezza a soddisfare la propria passione ad avere una relazione normale,egli non può amare in presenza dell’oggetto d’amore,perché questo,spaventandolo,gli provoca odio e/o paura.

L’odio per l’oggetto,la rabbia per le frustrazioni che procura,vengono assolte dai rituali di lavaggio e cura (nel nostro caso dalle parole affettuose e caritatevoli di Rob).Nel caso più estremo l’impossibilità di possedere l’oggetto d’amore porterà ad amare follemente il suo fantasma che verrà inseguito a costo di disseppellire, profanare.

Anche secondo Winnicott la mancanza di esperienze affettive precoci produce un vuoto nella sequenza di sviluppo che verrà colmato dal fantasma dell’oggetto il quale,in quanto assente,diviene contenitore di fantasie.

Nel caso del necrofilo, il fantasma è sostituito dal feticcio del cadavere,sul quale si riversa l’idealizzazione del soggetto.

CONCLUSIONI

L’atto perverso è espressione di dinamiche profonde,non comprende la relazione con l’altro inteso come persona e partner sessuale maturo,si esprime invece come relazione con i propri fantasmi.

L’oggetto della necrofilia è il cadavere,simulacro immobile e innocuo dell’oggetto d’amore,contenitore delle proprie fantasie.In questa prospettiva,potremmo intendere la necrofilia come l’esasperazione del bisogno di relazionarsi con l’oggetto assente,di una profonda melanconia,nella quale il fantasma è reale e incarnato nel feticcio del corpo morto.

Testi di :Chiara Camerani,tirocinante presso l’Associazione Italiana di Sessuologia Clinica,Roma.



2 commenti:

Bizzarro Bazar ha detto...

Splendido post, grazie.

Ho avuto anch'io, tanti anni fa, l'opportunità di confrontarmi con Rob (immagino sia la stessa persona, visto che parli di un sito web dedicato all'argomento). Una persona all'apparenza delicata e gentile, sicuramente colta e preparata a rispondere alle domande sulla sua fissazione.

Ricordo quelle conversazioni con estremo piacere, perché è raro trovare soggetti disposti a discutere apertamente di certe cose. Il dialogo da me avuto con Rob era incentrato sull' "occultamento del cadavere" tipico di questa epoca e cultura, dato su cui mi sembra che questo post abbia sorvolato un po'. Nella nostra conversazione, Rob indicava proprio in questo moderno tabù una delle spinte che alimentavano le sue fantasie.

I vari testi di antropologia della morte che analizzano il nostro odierno rapporto con i cadaveri sottolineano come sia sempre più difficile oggi assistere a una vera morte (in contrapposizione a una sempre più pervasiva inondazione di morti mediatiche "iperrealiste" nel senso baudrillardiano del termine, intese cioè come "cloni" e "sostituti" per la vera esperienza).

Non credi che la nuova necrofilia abbia a che fare anche con questo aspetto? Il cadavere-tabù non porta di per se stesso verso un sacrilegio oggi più che mai trasgressivo, quindi desiderabile?

Ancora complimenti per l'articolo, preciso e chiaro.

Anonimo ha detto...

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