30 maggio 2010

LADY OLGA RODERICK

Jane Barnell,nacque il 28 febbraio 1877 a Wilmington,North Carolina (USA),unica dei suoi tre fratelli ad essere nata con una peluria eccessiva comunemente chiamata ipertricosi,secondo gli storici già all'età di quattro anni presentava una folta peluria sul viso,tale deformità portò sua madre a credere che fosse stregata,tanto che approfittando dei lunghi viaggi di lavoro di suo padre,ed anche per un certo sentimento di odio per questa sua strana figlia,la vendette al Great Orient Family Circus,un piccolo circo che subito l'accolse con gioia nella loro famiglia.

Jane fin da piccola ebbe un rapporto molto stretto con suo padre,tanto che quando ritornò a casa da Baltimora e scoprì la verità,divenne talmente furioso,adirato ed agitato che iniziò una frenetica ricerca per ritrovarla.

Purtroppo,il circo era partito in tour per l'Europa e mentre si esibiva a Berlino,Jane si ammalò e dovette essere ricoverata in ospedale.Quando si riprese,scoprì purtroppo di essere stata abbandonata dal suo circo ormai lontano e fu messa in un'orfanotrofio cittadino dove finalmente suo padre la rintracciò e la portò a vivere con la nonna in una fattoria nel North Carolina,dove nel tentativo di adattarsi a vivere una vita normale iniziò a radersi.

Lavorando nella fattoria,all'età di 21anni incontrò l'uomo-forzuto un personaggio che si esibiva in un circo che la convinse a non radersi più e di ritornare di nuovo a fare soldi sotto il tendone,ritornò così nel mondo del circo e si unì al John Robinson Circus,assumendo il nome d'arte di Lady Olga Roderick,all'epoca la sua barba misurava 13 centimetri di lunghezza,in seguito continuò a lavorare per altri famosi circhi come:I Fratelli Ringling,il Barnum e Bailey,l'Hagenbeck-Wallace e tanti altri.

Molti ricorderanno Jane per la sua performance nel 1932 nel film Freaks di Browning Tod,dopo quella apparizione in cui parteciparono molti membri del Circo Barnum e a del Circo Bailey,non lavorò mai piu a Hollywood pentendosi di avervi partecipato tanto che rinnegò il film asserendo che:"fosse un'insulto a tutti gli infelici fenomeni dei circhi del mondo."

Oltre alla sua forte fede politica come socialista convinta,ebbe anche una movimentata vita coniugale,fu sposata tre volte dando alla luce due figli,il suo ultimo matrimonio fu con Thomas O'Boyle,suo manager e speaker all' Hubert's Dime Museum di New York,dove si esibivano.

La sua carriera durò circa 65 anni,facendosi conoscere come Principessa Olga o come Madame Olga o Lady Olga Roderick o la Lady Barbuta,la più lunga carriera di qualsiasi altra donna nella storia circense,si spense il 26 Ottobre del 1951 a Los Angeles (California).



29 maggio 2010

ANGELI DEL MISSISSIPI

Affacciato sulla riva orientale del fiume Mississipi,c'è il cimitero di Natchez fondato nel 1822 con le sue antiche storie e leggende,in particolare la storia di Irene Florence Ford (3 Settembre 1861-30 ottobre 1871) e del profondo amore di sua madre.

Nel corso della sua breve vita,alla piccola Irene non erano mai piaciuti i temporali di cui era terrorizzata,e come un piccolo pulcino correva sempre spaventata e tremante a nascondersi,trovando conforto alle sue paure tra le braccia di sua madre.

Quando nel 1871 all'età di dieci anni mori' di febbre gialla,che colpì crudelmente il piccolo paese provocando circa quattrocento morti,la sua famiglia e sua madre in particolare restò così sconvolta,tanto che fece costruire appositamente una bara con un vetro all'altezza dellla testa della bambina per poterla vedere.

Anche la tomba visibile ancora oggi,venne costruita creando un vano attiguo alla stessa profondità della bara circondata dai suoi animali di peluche e giocattoli,che le consentisse scendendo i pochi gradini di portarle così conforto,chiudendosi dentro insieme alla piccola Irene durante i temporali.

Nel 1950,molti anni dopo la morte di sua madre,l'ingresso nella parte inferiore della scalinata fu murato per prevenire atti di vandalismo.Una breve storia d'amore materno,entrata nella leggenda e nel romantico immaginario che si perde nella notte dei tempi.

28 maggio 2010

L'ISOLA DEI SUICIDI

Ora questo sarebbe il posto dove andare per vincere una scommessa: - Trascorrere una notte nella foresta dei suicidi -

"Il luogo ideale per morire"

Uno dei luoghi più leggendari in Giappone,che si trova all'ombra del Monte Fuji il celebre vulcano giapponese a ovest di Tokyo,conosciuta anche nonostante la sua limitata superficie dii circa 35 km quadrati,come "il mare di alberi",ma forse ancora meglio come “la foresta dei suicidi” .

Imprevedibile,selvaggia,affascinante,vulcanica,pericolosa,ecco come Aokigahara è stata descritta nel 1993 da Wataru Tsurumui nel controverso bestseller "Il Manuale completo del suicidio ",dove descrive i diversi modi di suicidio e la raccomanda come luogo ideale per l'ultimo viaggio.

Caratterizzata principalmente da un'intrica rete di grotte di origine vulcanica di difficile accesso,esplorarle può rivelarsi estremamente difficile sia per gli speroni di roccia lavica taglienti sia per il fatto che sono spesso ricoperte di ghiaccio per buona parte dell'anno,dopo il primo chilometro verso il Monte Fuji,la foresta si infittisce diventando in certi punti buia,inaccessibile e difficile da attraversare.

Fin dal passato,Aokigahara è stata circondata da un'aura di mistero:già dal XIX° secolo molti contadini poveri vi si addentravano per suicidarsi,dagli anni 50 divenne il punto di destinazione finale di oltre 500 uomini di tutti i livelli sociali che che ogni anno vi si recavano per suicidarsi..

Dopo l'esplosione del mercato azionario e la lunga recessione economica che decimò centinaia di posti di lavoro portando sul lastrico molte famiglie,dal 1998 il numero di persone suicide ogni anno in Giappone è rimasto costante,attestandosi ben oltre 30.000 ogni anno ad oggi.Qui,si può stimare una media di 30 suicidi ogni anno dalla metà del secolo scorso.

Nel 2002,78 corpi furono rinvenuti,che sostituisce il precedente record di 73 del 1998,a maggio del 2006 almeno 16 corpi erano già stati rinvenuti,con un picco nel 2007 di 78 corpi all'interno della foresta,piu' di qualcuno aveva accanto a se una copia del libro di Tsurumui.

Il record di suicidi di Aokigahara,è terzo solo al triste primato del Golden Gate Bridge di San Francisco e secondo al più popolare viadotto di TorontoBloor Street.

Aokigahara è considerata uno dei luoghi più infestati del Giappone,alcune leggende sostengono che l'aria sia satura delle anime delle persone suicide che si sono tolte la vita nel corso dei secoli ,che vagano per la foresta alla ricerca della pace eterna permeando gli alberi, e chi vi si trovasse all'interno anche senza intenzioni suicide,vi sarebbe spinto ugualmente da queste entità malefiche.

L'elevato tasso di suicidi ha indotto il Dipartimento di prevenzione del suicidio,una divisione del governo federale ad installare telecamere di sicurezza agli ingressi della foresta come ultima risorsa,oltre a numerosi cartelli dissuasivi che sono inchiodati agli alberi,un invito agli aspiranti suicidi d cercare aiuto con messaggi del tipo "Si prega di ripensarci" o come "Si prega di consultare la polizia prima di decidere di morire!".

Gli abitanti locali,dicono di saper ormai riconoscere a colpo d'occhio i tre tipi di visitatori di Aokigahara: gli escursionisti in cerca di percorsi per il trekking sul Monte Fuji, le persone con il gusto del macabro o spiritisti in cerca di entità malevole,oppure anime in pena che non hanno intenzione di fare ritorno.Nel terzo caso,la popolazione avverte immediatamente la centrale di polizia locale,che avvia le ricerche .

Tuttavia in questa foresta c'è anche chi deve lavorare per vivere,come i dipendenti forestali che ogni anno coadiuvati dalla polizia locale,cercano di perlustrarla alla ricerca dei corpi spesso in avanzato stato di decomposizione o ridotti a brandelli da animali selvatici,ovviamente a spese dei contribuenti dei tre villaggi locali,che devono pagare le tasse anche per la sepoltura dei corpi non reclamati o ignoti, che vengono tumulati nei cimiteri speciali dell'isola riservati ai suicidi di Aokigahara.

La procedura di recupero è semplice,ma allo stesso tempo bizzarra:nel caso gli operai addetti alla manutenzione della foresta avvistassero un cadavere,devono riportarlo alla stazione di polizia,dove viene posto in una stanza utilizzata specificamente per le persone che hanno commesso suicidio;Fatto ciò,fanno la conta o testa e croce per decidere chi dovrà passare la notte a sorvegliare il corpo,spesso in avanzato stato di decomposizione.

Infatti,la stanza ha due letti:uno per il cadavere e uno per l'operaio forestale che deve dormirgli accanto,secondo la tradizione locale (avete letto giusto).Ma perchè questa sorveglianza ad un corpo morto? Anche questo si rifà alla tradizione shintoista giapponese,i giapponesi credono nella yūrei:le anime di uomini e donne strappati dalla loro vita terrena prematuramente,tali anime dimorano dentro gli alberi della foresta,l'anima della vittima non può trascendere del tutto verso l'aldilà se dorme da sola la prima notte della loro morte,se lasciato solo,lo “Yūrei” (il suo fantasma) potrebbe urlare le sue sofferenze ed il suo dolore per tutta la notte e far muovere il corpo spostandolo dalla stanza per riportarlo nella foresta.Non sorprende che dover dormire accanto al cadavere, non sia un'obbligo per quei lavoratori.

Nel 2004,venne girato anche un film intitolato "Jyukai" - Il mare di alberi dietro il monte -,dal regista Takimoto Tomoyuki,dove si racconta la storia di quattro persone che decidono di porre fine alla loro vita nella foresta di Aokigahara.Durante le riprese Takimoto disse ai giornalisti di aver trovato un portafoglio contenente 370 mila yen (circa $ 3,760),dando luogo alla diceria popolare che Aokigahara fosse un vero tesoro per spazzini,altri affermarono di aver trovato carte di credito,patenti di guida,ecc..Mentre i rapporti reali sono scarsi,ci sono voci persistenti circa gli immancabili sciacalli,che entrano spesso nella foresta per rubare portafogli,denaro e carte di credito dai cadaveri,che poi vendono al mercato nero.

Aokigahara,ospita e spegne i dolori e le sofferenze inestinguibili di migliaia di persone o perchè respinte dalla società o perchè hanno ceduto alle pressioni della vita.E' un luogo dove le persone chiudono le loro storie di vita su un ramo di albero,o con pillole e alcol o con il taglio delle vene.E 'un luogo dove questi dolori vengono infine liberati e dove una sorta di pace è stata forse raggiunta,anche se con grande sacrificio.




27 maggio 2010

IL FUMO UCCIDE?

"SMOKING KILLED ME"

L'ultimo desiderio di un'accanito fumatore si compì,quando il carro funebre sfilando per le vie cittadine si diresse al cimitero di St Mary's,a Dover,luogo di riposo finale di Albert Whittamore,morto all'età di 85 anni il 16 febbraio scorso al William Harvey Hospital di Ashford a seguito di un enfisema polmonare di cui soffrì per molti anni,e che attribuì alla sua dipendenza dal tabacco ancora in giovane età.

Durante il tragitto,molti passanti si fermavano a guardare l'insolito spettacolo,non certo il corteo funebre quanto al fatto che su ciascun lato della bara e dietro si potevano visualizzare dei vistosi cartelli con scritto :"Fumare mi ha ucciso",Dick com'era chiamato dagli amici,come sua ultima richiesta volle usare il suo funerale come un mezzo ed un monito per avvertire la gente ed i giovani sui pericoli del fumo.

Una richiesta insolita per Paul Sullivan,titolare dell'impresa locale di pompe funebri,del resto rispettata anche perchè richiamata nel suo testamento,non solo,cartello da lasciare ben in vista per una settimana anche sulla sua tomba.

Riposi in pace Sig.Dick,però mi scusi,se non avesse fumato non avrebbe vissuto piu' a lungo e si sarebbe ammalato lo stesso,anche se avesse smesso in tempo utile in realtà non avrebbe vissuto più a lungo,ma in confidenza quanti anni ancora si aspettava di vivere?

"Se vi garantissero di poter allegramente assaporare la vostra sigaretta preferita godendo anche degli altri piaceri della vita e di arrivare anche a festeggiare il vostro grandioso 85 ° compleanno,
smettereste di fumare ?".

Se poi andiamo a vedere la storia che segue,i conti non tornano,allora che si fa? ..udite,udite....

Lorna Gobey,questa vivace signora di Cheltenham,(GB) ha festeggiato il suo 100 ° compleanno i primi di Marzo 2010,con la sua inseparabile sigaretta ed altrettanto inseparabile bicchiere di whisky.

''Mi piace il fumo ed un goccio di whisky e ho ancora la passione per giocare ai birilli.Forse è una delle ragioni per cui ho vissuto per tanto tempo.Non ho mai pensato che avrei raggiunto quota 100,io stessa davvero ne sono abbastanza stupita''

Nata nel 1910,da giovane svolse una gran varietà di lavori da addetta alle pulizie,al cucinare, lavorando pure come usciere al cinema Goldmont - in seguito ribattezzata l'Odeon,dove nel fatidico 1940 all'età di 30 anni fumò la sua prima sigaretta,senza aver avuto mai a tutt'oggi alcun problema di salute.

Miss Gobey attribuisce la sua longevità al suo stile di vita allegro e spensierato,cercando di godersi sempre la vita e raccontò che la sua famiglia''non oso'' mai dirle di smettere di fumare.

''Io cerco di andare avanti il più a lungo possibile.Sono capitano della mia squadra di birilli e voglio continuare a giocare” affermò.

Ma la signora Gobey non mostra alcun segno di cedimento,nonostante abbia vissuto due guerre mondiali,tre mariti passati a miglior vita ed innumerevoli governi,ha anche smanettato senza mai un graffio in sella ad una motocicletta fino ai 70 anni.

Giornalmente fuma le sue 20 Sterling Blue Superkings,circa 5 milioni di sigarette (questo potrebbe essere un record) da quando nel lontano 1940 iniziò a fumare.....:

''Questo stile di vita finora non mi ha causato alcun danno o inconveniente,si potrebbe dire che non ho mai seguito il libro delle regole,ma di certo non le cambierò adesso ''.

Certamente,non ha tempo per annoiarsi o per vivere in solitudine,con i suoi 8 figli,una nidiata di 27 nipoti,55 pronipoti e 12 pronipoti-grandi,per il suo compleanno ha cantato e ballato tutta la notte presso il suo Club,in compagnia di amici e della sua numerosa famiglia,godendosi l'immancabile ed onnipresente bicchierino di whisky Jameson,''se chiedi alla gente,ti diranno che tutto fa male" disse.

Per sua figlia Rose di 74 anni e suo figlio Bob di 66 :'' Lei fuma più velocemente rispetto a noi,ama sempre il suo drink,il bingo,suonare l'armonica e andare in giro in auto.''

Moriremo scoppiando di salute?




26 maggio 2010

RITORNO DALL'ALDILA'

Dopo un'ncidente di nuoto,John rimase "clinicamente morto" tra i 40 e i 60 minuti,eppure,dopo alcuni giorni in ospedale,si ristabilì completamente...

Deeks John di 35 anni un'architetto sudafricano che vive a Colliers Wood a sud di Londra,era tornato a gennaio del 2008 in vacanza nel suo paese natio Cape Town nel Sud Africa,dove viveva sua madre non ricorda cosa successe quella mattina mentre stava nuotando....ma si crede che un'onda di grandi dimensioni potrebbe averlo trascinato in un vortice.

Venne soccorso e portato a riva dal due bagnanti,dopo che il suo corpo era stato visto galleggiare a faccia in giù da uno “spotters shark “ (osservatore addetto alla sicurezza anti-squalo).

Non respirava e non presentava polso.Un medico presente in spiaggia anche lui in vacanza,iniziò a praticargli la rianimazione cardio-polmonare (RCP) fino a quando l'ambulanza arrivò e lo trasferirono in ospedale,dove fu' collegato ad un'apparato per la ventilazione polmonare,dopo un paio di giorni si ristabilì completamente.

Tanto che i medici del Victoria Hospital rimasero sorpresi dalla sua guarigione,Darren Zimmerman che è anche medico e direttore del centro di soccorso in mare,disse:"Non sappiamo quanto tempo rimase in acqua esamine,ma restò senza impulsi vitali tra i 40 e i 60 minuti e solo il cinque per cento di quelli che arrivano in rianimazione cardiopolmonare sopravvive"

"Anche se tali storie di sopravvivenza sono stupefacenti non sono del tutto inedite,sono talmente rare che vengono ricordate come singoli casi,piuttosto che come statistiche".

Deeks attribuisce il suo recupero alla fortuna,ma lui doveva avere più di un Santo dalla sua parte per essere sopravvissuto.Andres Martin,un consulente in medicina d'urgenza al Royal Free Hospital di Londra,disse "E 'impossibile dire che qualcosa non possa mai accadere,ma un caso come questo è estremamente insolito,il cervello è molto,molto sensibile alla mancanza di ossigeno - Anche in circostanze in cui la CPR ha successo,la maggior parte di quelli che sopravvivono subiscono danni neurologici,difficoltà di parola o problemi più gravi,alcuni sopravvivono per una settimana o due".

Cosa sia successo è un mistero,un miracolo il suo veloce recupero,se il medico non fosse stato lì,o lo “spotter shark" non lo avesse avvistato esamine in acqua,ora non sarebbe qui,allora cosa dire e cosa pensare,estremamente "fortunato” o semplicemente ed evidentemente non era ancora arrivata la sua ora..???




25 maggio 2010

LA RESURREZIONE DI MARTIN SHEETS ?

Ogni cimitero sembra avere i suoi miti e leggende.

Prima della fine del secolo,quando era difficile distinguere tra coma e la morte,si stima che circa il 2 per cento delle persone sepolte in quei giorni fossero ancora in vita.Ecco che allora per molti,la paura di morire ma maggiormente di essere sepolti vivi divenne una paura ancora più grande.

Martin Sheets era un ricco uomo d'affari,nacque l'11 settembre 1853 e visse nella cittadina di Terra Haute nello stato dell'Indiana,appena oltre il confine con l'Ilinois.

Molti dei suoi vicini lo consideravano un pò eccentrico per il suo modo di fare e di vedere le cose,ma nessuno mai avrebbe potuto capire che una delle sue più grandi fobie ed ossessioni era quella di una sepoltura prematura,spesso sognava di essere sveglio ma incapace di muoversi,di parlare.........

"Martin si svegliò nel suo letto,come aveva fatto tante volte prima,ma con la coda dell'occhio vide sua moglie in piedi piangendo accanto al loro letto.Chi era con lei? Il dottor Roberts:Perché sei qui? cercò di chiedergli,ma si rese conto di non aver detto nulla,cercò di alzare il braccio per attirare la loro attenzione,ma si accorse che non poteva,è un dato di fatto,lui non poteva muoversi affatto!"

"Mi dispiace, signora Sheets,ho fatto tutto ciò che potevo",disse il medico,mentre allungava il lenzuolo sopra la testa di Martin.

"Aspetta! Ehi, cosa stai facendo? Sono vivo!" Le parole erano come urla nella mente di Martin,ma c'era solo silenzio.

I giorni passarono,con il lutto ed il servizio funebre,come un disperato voleva afferrare qualcuno,come avrebbe voluto sedersi improvvisamente in piedi e gridare: "Io sono vivo!".Poi la bara venne chiusa,al buio sentiva il rumore delle viti,intrappolato ascoltava l'eco delle palate di terra che scendendo colpivano la parte superiore della bara,poi finalmente il silenzio ....

Martin Sheets scattò seduto sul letto,ansimante,sudato,la pelle fredda,il corpo attraversato da brividi..."Argh! Quel sogno! Perché mi tormenta?" pensò tra sé.Notte dopo notte la stessa scena si ripeteva,dopo aver dato il bacio della buonanotte a sua moglie,l'incubo sarebbe ritornato,così reale,così spaventosamente reale che forse non sarebbe mai più stato in grado di avere un sonno tranquillo come una volta.

Così reali erano i suoi sogni,tanto che si convinse che era destinato ad essere sepolto vivo,non era tanto per la paura della morte,quanto la paura che qualcuno pensando che fosse morto lo seppellisse vivo,decise così di combattere le sue assillanti paure facendo tutto il possibile affinchè ciò non accadesse,pianificando il suo funerale.

Prima di tutto,si fece costruire una bara personalizzata,in modo che se fosse stato sepolto prematuramente egli sarebbe stato in grado di aprirla dall'interno ed uscirne,ma quella bara,non sarebbe servita a nulla se fosse stato sepolto sotto terra.

Decise allora nel 1910,di costruire un grande mausoleo nel cimitero di Highland Lawn come sua ultima dimora,in modo che una volta morto o si pensava che fosse morto,non sarebbe stato imprigionato sotto due metri di terra.


Ma Martin non si fermò lì,"e se non posso uscire dal mausoleo? E se fossi debole per muovermi ?" pensò,si rese così conto che anche se fosse riuscito a fuggire dalla sua bara,sarebbe rimasto intrappolato all'interno di una prigione di pietra.

E per assicurarsi che potesse uscire dalla sua tomba,ordinò che si potesse aprire dall'interno,ma ebbe ancora un'altra idea brillante come precauzione finale,non solo si fece installare una linea elettrica con tanto di illuminazione interna,ma la recente invenzione del telefono gli diede un'ispirazione unica,tanto che volle installarlo all'interno del mausoleo, servito da una linea riservata e diretta con l'ufficio principale del cimitero.In questo modo,avrebbe potuto chiamare aiuto semplicemente sollevando il ricevitore,la linea era dotata di una spia automatica in modo che anche se non avesse potuto parlare,sarebbe stata sufficente la sola luce della spia per dare l'allarme.

Ma non finisce qui,le sue ossessioni lo portarono a voler raggiungere il massimo della perfezione non lasciando nulla al caso,tutto doveva essere previsto anche nei minimi dettagli.Secondo molte fonti,oltre al telefono installato nel mausoleo e alle istruzioni per la sua sepoltura,chiese anche che il giorno del suo funerale venissero lasciati all'interno del mausoleo una certa quantità di prodotti alimentari,una sedia a dondolo e qualche bottiglia del suo whisky preferito ,poi se fosse stato sepolto vivo,secondo la sue teorie, tutto quello che doveva fare era far scattare le serrature speciali della bara,chiamare aiuto ed aspettare i soccorsi o un taxi dondolandosi e sorseggiando un drink o godendosi uno spuntino…!!!!!

Martin sembrò stare molto meglio dopo che tutte le sue disposizioni furono messe in atto,morì di cause naturali nel 1926 e fu sepolto secondo le sue volontà nella sua bara speciale,nel suo mausoleo e con la linea telefonica per i vivi.

Secondo alcune voci,era un qualcosa di molto eccentrico ed un fanatico delle volontà,successivamente numerosi testamenti firmati e completi di codici furono rinvenuti nella sua cassetta di sicurezza,tra cui un'ordine di pagamento permanente alla sua banca per pagare le bollette telefoniche della tomba per molti anni dopo la sua morte.....per ogni evenienza.

Si pensa che per molti anni dopo,i dipendenti della vecchia compagnia telefonica dell'Indiana Bell Telephone Co. ed i dipendenti del cimitero tennero d'occhio con un certo nervosismo la spia luminosa del telefono in attesa che Martin suonasse,chiedendosi che cosa avrebbero potuto fare se improvvisamente avesse suonato,specialmente durante le lunghe notti solitarie.

Ma non lo fece mai.Poi col passare del tempo probabilmente venne anche dimenticata,nel corso degli anni l'intero sistema telefonico cittadino venne modificato,ma la linea con il mausoleo rimase sempre attiva.

Molti anni dopo anche Susan la moglie di Martin morì,fu trovata distesa sul suo letto,con la cornetta saldamente stretta tra le mani tanto che occorsero molti sforzi per rimuoverla,ed un'espressione di terrore congelava il suo volto,si scoprì poi che ebbe un'attacco di cuore e che forse cercò di chiedere aiuto.

Il servizio funebre venne approntato ed anche i preparativi per la sepoltura all'interno del mausoleo accanto a suo marito,quando gli addetti del cimitero aprirono il pesante portone in ferro ed entrarono nel mausoleo ebbero il colpo più forte della loro vita,dentro tutto era esattamente come l'ultima volta che era stato aperto dopo il funerale di Martin,nulla era stato toccato,eccetto una cosa,un particolare molto agghiacciante,la cornetta del telefono appeso al muro rimasto al chiuso per tutti quegli anni,era inspiegabilmente staccata,appesa nel vuoto.

Oggi,in quel mausoleo sono sepolti Martin,sua moglie Susan ed il loro unico figlio Ethel,che morì all'età di tredici mesi,ed il vecchio telefono impolverato.


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24 maggio 2010

MUORE IN OSPEDALE E RESUSCITA A CASA

Come in un film dell'orrore o dell'immemorabile Totò,un'altra storia incredibile accaduta nel 2003.

Il singolare protagonista si chiama Roberto De Simone di 79 anni,che verso le 22 del mese di gennaio venne ricoverato al pronto soccorso dell'ospedale "V.Cervello" di Palermo per un'attacco cardiaco.

Alle 3 di quella notte (tra giovedì e venerdì),i medici annunciarono ai parenti che era entrato in coma e che in seguito era sopraggiunta la morte cerebrale.Secondo la diagnosi,il pensionato aveva avuto un forte attacco cardiaco:"il suo cuore si era fermato per due minuti".Tuttavia,il suo cuore avevano detto batteva ancora,solo perché era stato abbondantemente stimolato da iniezioni di adrenalina e da altri farmaci.

Per evitare le procedure burocratiche che avrebbero impedito la restituzione immediata del cadavere,i parenti firmarono l'accettazione delle dimissioni "come se fosse stato ancora vivo", spiegano i familiari,riportando a casa De Simone ritenendo che l'uomo fosse morto.

I familiari quindi,riportarono a casa la salma,la distesero sul letto per la vestizione e la veglia,
mentre altri parenti contattavano l'agenzia di pompe funebri,insomma la triste macchina funeraria si mise in moto.


Ma verso le 9 di venerdì mattina,mentre i familiari presenziavano accanto al defunto ormai prossimo ad essere chiuso nella bara,ecco il miracolo,De Simone aprì gli occhi e con voce flebile chiese un pò d'acqua.Dopo essersi ripresi dallo choc,i parenti avvisarono il medico di famiglia che certificò l'inattesa "resurrezione".

Corone di fiori,telegrammi di condoglianze erano arrivati nel frattempo in casa,come parenti ed amici che avrebbero poi ricordato il ritorno di De Simone nel mondo dei vivi.

Mentre il "morto-resuscitato" venne nuovamente trasferito in ospedale,presso il reparto di Pneumologia per "gravi problemi respiratori".Lui era vivo,anche se più che un miracolo,si dovrebbe parlare di un clamoroso caso di vera malasanità,come sia finita non si sà purtroppo....

Per la cabala,morto che parla fa 48 e 79 gli anni del resuscitato,infine il numero 13 la meraviglia,la ruota? Quella di Palermo dove il morto tornò in vita.

UNA SNIFFATA SPECIALE

Quando il 13 maggio 1993,i ladri fecero irruzione nella casa di Radlich Nathan di 74 anni a Boynton Beach,Florida,stranamente ignorarono il grande TV al plasma,il suo videoregistratore ed il suo orologio Rolex e quant'altro fosse di valore.Quello che semplicemente presero,fu solo una "normale scatola di cartone bianca con all'interno un sacchetto di plastica trasparente contenente una polvere bianco-grigiastra".


L'anziano uomo,mise in seguito degli annunci sui giornali locali supplicando i ladri :"Vi prego di restituire i resti cremati di mia sorella Gertrude,morta tre anni fa."

Non passo molto tempo anzi neanche qualche giorno,quando il vecchio Nathan alzatosi di buon mattino come sempre per recarsi nel suo orto,trovò il cadavere crivellato di proiettili di un trafficante di droga conosciuto come Hoochie Pevens e la sua scatola di cartone bianca che gli era stata rubata,ma con circa la metà delle ceneri di sua sorella Gertrude,ed un biglietto attaccato con lo scotch che diceva:"Hoochie ci ha venduto merce fasulla,così lo abbiamo punito.Ci dispiace per aver sniffato tua sorella.Senza rancore.Buona giornata".

Secondo un portavoce della polizia di Fort Lauderdale:"sembrava simile a cocaina di alta qualità e probabilmente pensò di aver fatto il grande colpo".

ref:http://blog.adhudler.com




23 maggio 2010

DALLA CULLA ALLA TOMBA

"Al mondo di sicuro ci sono solo la morte e le tasse" Benjamin Franklin

Preferiite l'idea più romantica di rinascere come un'albero ?

Se la risposta è "si" allora vi presento un progetto estremamente poetico del duo Azuamoline (due famosi designer catalani Martin Ruiz de Azua e Gerard Moline di Barcellona) che trasforma il rito della morte in un'atto di rigenerazione e di vita.

La "Bios Urna" è un contenitore per ceneri biodegradabile,fatto con gusci di noci di cocco compattato e miscelato con uno strato di fertilizzante organico.All'interno della miscela vi è un seme d'albero che germoglierà,in questo modo una vita finita contribuirà letteralmente alla nascita di un’altra nuova.


La morte arriva sempre e in qualche modo deve essere programmata e i tradizionali rituali sono ormai diventati antiquati,ecco dunque che grazie alla Bios Urna il rito della morte si trasforma in un'atto di rigenerazione e di vita ed i cimiteri potranno trasformarsi in foreste piene di vita e di significato.In questo modo il fine della nostra vita diventerebbe un'atto di riconciliazione con se stessa.


In alternativa,anzichè finire inscatolati ed ammassati in quelle odiose micro-celle chiamate
"cinerari" allineati e coperti come in un'enorme schacchiera,questo sistema offre la possibilità di poter rinascere in tante maniere diverse come,nel giardino o nel parco della vostra casa tra i fiori e le piante tanto amate,tra i sentieri dei boschi preferiti,in questo caso non c'è limite alla fantasia.....

NECROFILIA COME E PERCHE'

Di Necrofilia si è già parlato in precedenti post,ma evidentemente non è mai abbastanza,ecco allora un'interessante analisi della Dott.Chiara Camerani,Presidente del Cepic - Centro europeo di psicologia investigazione e criminologia -

LA NECROFILIA

A seguito di una breve introduzione ho suddiviso i necrofili in tre classi, secondo un ordine di gravità rispetto all’intensità della perversione.L’ultima classe,da me definita necrofilia latente è quella sulla quale ho concentrato maggiormente il mio interesse,svolgendo alcune ricerche tramite internet e prendendo contatti con alcuni soggetti.

Il lavoro evidenzia inoltre il legame esistente tra necrofilia,feticismo e melanconia.
Parole chiave:Necrofilia;Necrofilia semplice e latente;Feticismo;Melanconia.

"Mi piaci molto. Perciò ti uccido".
"Non voglio vederti mai cambiare". Imbalsamazione.
"Non mi deluderai". Necrofilia.
"La tua pelle sembra pergamena.Quante poesie ci scriverò sopra".
Anonimo

CENNI STORICI

Chi si macchiava di reati quali bestialità,omosessualità e sodomia veniva condannato a morte.In realtà,per la scarsità di reperti storico-statistici,non sappiamo se questi interdetti venissero realmente osservati.

Il concetto di sesso secondo natura (privo di piacere,svolto secondo la modalità più idonea alla procreazione rappresentata dalla posizione supina della donna con l’uomo prono su di lei) passerà indenne per tutto il settecento seppure mitigato nelle pene.

Uno dei maggiori giureconsulti dell’800 definisce “venere monstrosa ogni alterazione del naturale stimolo nel rapporto uomo donna volto alla procreazione della prole.Quando essi sono spinti contro le intenzioni della natura,l’atto porterà alla rovina del genere umano.Sono accusati di venere monstrosa gli amatori dei fanciulli,coloro i quali esercitano un piacere sbagliato con i maschi,che si lasciano usare come donne,donne che si congiungono con altre attraverso il clitoride,ma desiderano gli stessi uomini…sono accusati di v. m. coloro che esercitano un nefando piacere con gli animali,chi giace con cadaveri umani e abusa libidinosamente di questi,i fellatori che si congiungono in modo osceno attraverso la bocca,gli insozzatori che offrono a questi i genitali, gli onanisti che con le donne interrompono l’atto amoroso incominciato o avvolgono i genitali con una membrana per non ingravidare la donna…”.

Col tempo,molti pensatori cominciarono ad auspicare l’allontanamento dell’intervento statale da tali questioni ad eccezione che queste non fossero accompagnate da violenza,reale o presunta e quindi non apportassero offesa alla libertà del partner.Dalla fine ottocento si iniziano quindi a differenziare i precetti religiosi dagli obblighi giuridici,
processo
questo,che ha continuato ad evolversi fino ai giorni nostri.

DEFINIZIONE DI PERVERSIONE

In “Tre saggi sulla teoria sessuale” (1985) Freud definisce la perversione sessuale come l’opposto della nevrosi in quanto,gli impulsi rimossi nel nevrotico trovano pieno sfogo nel perverso,il quale si difende dall’angoscia regredendo a forme di sessualità infantile.Il nevrotico,invece attua difese quali spostamento e conversione delle emozioni in altri settori della vita.Ne deriva che il nevrotico cela nel sintomo fantasie sessuali perverse,mentre il perverso esprime apertamente i propri desideri.

Freud sostiene inoltre che lo sviluppo della libido può arrestarsi in qualsiasi momento dello sviluppo sessuale,in seguito a condizionamento,fissazione,regressione portando all’emergere della perversione.In quest’ottica la perversione polimorfa è uno stadio normale dello sviluppo sessuale che,a seguito di repressioni conseguenti al complesso edipico,di castrazione,ad apprendimenti o esperienze porta alla fissazione e dominanza di pulsioni parziali tipiche di un certo stadio di sviluppo e,conseguentemente alla perversione adulta.

L’aberrazione sessuale sarebbe quindi il prodotto di fattori costituzionali,biologici e accidentali (interpersonali) .

Una pulsione istintuale accesa dall’Es viene rifiutata dal Superio o dalla realtà,l’Io crea una formazione di compromesso
per soddisfare parzialmente il desiderio istintuale e allo stesso tempo tacitare il Superio o la realtà in quanto il vero desiderio non viene realizzato.

Per Freud il conflitto tra domanda istintuale e pericolo che ne scaturisce provoca la scissione dell’Io che si esprime in due reazioni contrarie:"negare la realtà e rifiutare di accettarne la proibizione oppure considerare come sintomo patologico il timore del pericolo distanziandosi da esso e cercando di liberarsene".

Baldaro Verde afferma,in accordo con Freud,che l’Io minacciato durante lo sviluppo psicosessuale ricorre ad un meccanismo di difesa,la scissione,che permette comunque il raggiungimento del piacere avvalendosi di linee alternative di sviluppo.Queste possono giungere fino alla perversione e instaurarsi prima dei cinque anni (molti soggetti con cui ho parlato sostengono di avvertire i loro impulsi da sempre,addirittura ne indicano con precisione la comparsa verso i tre e i cinque anni).

Nell’edizione del 1987 (DSM III-R ) i disturbi sessuali vengono suddivisi in due categorie;disturbi dell’attività sessuale “normale” (frigidità, eiaculazione precoce…) e parafilie,cioè attrazioni per la deviazione:in questo caso l’eccitazione ed il soddisfacimento sessuale possono venire suscitati da oggetti,comportamenti sadici,oggetti sessuali inadeguati quali bambini,animali,individui non consenzienti.

A questo proposito Scharfetter (1992) osserva che gli ormoni sessuali possono condizionare l’intensità della pulsione, ma non il suo orientamento.Quest’ultimo si determina in base allo sviluppo globale dell’individuo inserito nella collettività.Secondo l’autore gli elementi genetico,gonadico e somatico del sesso fungeranno da premessa sulla quale,in base alle più disparate influenze psico-sociali,si formerà il “sesso psichico”,costituito da tre aspetti: "consapevolezza del proprio sesso (coscienza),pulsione sessuale (impulso) e comportamento sessuale (copulativo)".

L’autore considera il coito come espressione del comportamento sessuale maturo e lo definisce normale,quando si svolge tra individui di sesso opposto in modo che nessuno dei partner riceva danno o sofferenza e che ci sia possibilità di procreazione .

Egli definisce inoltre anormale l’individuo che,pur avendo la possibilità di attuare un comportamento sessuale orientato al coito,preferisce pratiche alternative le quali,invece di fungere da sfondo alla normale attività coitale,divengono pratiche esclusive e coatte: “quanto più lontano dalla norma coitale,quanto più immaturo e rigido è il comportamento sessuale,quanto più sussiste una dipendenza di tipo morboso,tanto più giustificato sarà il termine perversione”.

Scharfetter propone la seguente classificazione dei disturbi sessuali suddividendoli in cinque gruppi:

A) oggetto sessuale anomalo (parafilie)
B) pratiche sessuali anomale (modo anomalo di raggiungere l’eccitamento e la soddisfazione sessuale)
C) coscienza anomala del sesso
D) anomalie dell’intensità della pulsione
E) disturbi della potenza

Le osservazioni della Kaplan permetteranno di approfondire il concetto di perversione finora descritto;essa associa alla perversione il carattere coatto,imperativo,stereotipato del gesto,invariabilmente orientato verso comportamenti e oggetti sessuali anomali e bizzarri

E’ la caratteristica di fissità a distinguere la perversione dal comportamento sessuale bizzarro,che si differenzia da essa in quanto i partners scelgono liberamente di realizzare giochi e fantasie che possono variare nel tempo secondo l’estro ed il coinvolgimento di ognuno e culminare nel coito.Anche Stoller (1992) utilizza una simile differenziazione avvalendosi però del termine “aberrazione”, col quale intende una o un’insieme di pratiche erotiche che si allontanano dalla norma e fungono da atto sessuale completo.

L’autore divide le aberrazioni in due classi:

la variante (attuazione di fantasie occasionali messa in moto da un disturbo mentale da fantasie occasionali o da una curiosità che non viene ripetuta)

e

la perversione (definita come “forma erotica dell’odio” è una fantasia persistente ed esclusiva che porta il soggetto alla soddisfazione sessuale).

In definitiva,la differenza tra variante e perversione è funzione della presenza del desiderio di arrecare danno,di vendicarsi.

PERCHE’ NASCE LA PERVERSIONE

La teoria del superamento del trauma si riscontra in molti autori;Glover, (1933);Vincenzi, (1998);De Luca,(1998) sostengono che ogni comportamento perverso si riferisce ad eventi reali,derivati prevalentemente da traumi e insicurezze vissuti durante l’infanzia,che hanno minato la struttura di personalità del soggetto il quale,in modo non razionalizzato né codificato,tenta di superare le angosce conseguenti a ad essi.

Avviene quindi che i sistemi primitivi di libidizzazione (emersi nei normali processi di sviluppo) divengono sistemi di difesa predominanti e fissano la perversione.I traumi rimasti inconsci,trovano drammatizzazione nella stessa,che svolge una funzione espressiva ed esorcizzante e permette di combattere ansia,depressione o disturbi invalidanti (che altrimenti sfocerebbero in nevrosi o psicosi).

Attraverso la replica il perverso domina ricordi ed emozioni risultate,durante l’infanzia,troppo eccitanti,dolorose ed umilianti per essere gestite.

Il ricordo può venire riproposto nella sua interezza (da bambino venivo picchiato ed umiliato,chiedo al partner di fare lo stesso) o venire rovesciato (in questo caso lo stesso soggetto assume il ruolo di carnefice,riacquistando i poteri perduti nell’infanzia).A differenza dei comportamenti ossessivo - compulsivi, che svolgono una funzione rassicurante e curativa,la perversione mantiene la coscienza dell’amoralità dei suoi atti e in parte ne trae godimento.

Secondo Stoller la perversione si sviluppa per fronteggiare le minacce avvertite nei confronti della propria identità di genere.La conversione del trauma infantile in trionfo adulto avviene grazie all’intervento dell’ostilità.Nell’atto perverso il trauma passato viene cancellato e trasformato in piacere,vittoria,orgasmo.La coazione,secondo l’autore deriva dall’incapacità di liberarsi totalmente dal trauma.

Stoller sostiene che l’eccitazione sessuale stimola il ritorno in superficie del trauma,la cui ripetizione può riattivare una situazione di pericolo e angoscia.Queste sensazioni invece di fungere da ostacolo al raggiungimento del piacere (come sarebbe normale che accadesse) vengono attutite e capovolte nell’atto perverso tramite negazioni e conversioni (manifestazione della propria superiorità,oggettivazione della vittima…).

A questo punto l’esito del trauma non è più terribile ma piacevole,in quanto il soggetto si sottrae alla minaccia e ne trae gratificazione sessuale.La vendetta è l’elemento determinante,essa rovescia i ruoli e le emozioni dei partecipanti alla perversione;la vittima diventa vincitore,da essere passivo acquista potere sull’altro,lo domina.Ciò permette di superare l’angoscia e la paura del trauma,con la coscienza del fatto che si verrà gratificati in termini di dominanza e piacere sessuale,che questa volta sarà un trionfo.

DEFINIZIONE DI NECROFILIA

Il disturbo sessuale sul quale è focalizzato questo studio appartiene alla categoria delle parafilie;

La Necrofilia:Essa è definita dal DSM III-R come investimento erotico in scene macabre,con rituali funerei fino a giungere in alcuni casi al congiungimento sessuale con cadaveri.

Dalla letteratura questa parafilia risulta essere molto rara e spesso associata ad altre perversioni (sadismo, oralism),i necrofili inoltre, sembrano essere palesemente anormali anche in altri ambiti (oligofrenici,psicotici, soggetti sessualmente inadeguati…)

La necrofilia ha implicazioni soprattutto in ambito medico-legale (violazione di cadavere),in casi estremi può spingere all’omicidio.Tipica di personalità gravemente abnormi è anche la necrofagia (pratiche sessuali abnormi) l’appagamento e l’eccitazione in questo caso derivano dall’ingestione dei corpi delle vittime uccise,spesso sono i genitali a venire mangiati ( De Luca, 1998).

La necrofilia sembra trovare molti riscontri nella storia veniva celebrata in molte antiche culture come mezzo di connessione spirituale con i defunti o condannata già all’epoca.

Il vasellame dei Moche,una civiltà presente in Perù nei primi sette secoli della nostra era,presenta immagini di scheletri conosciuti come carcanchas,che si accoppiano con i vivi o fra di loro.

Lo storico greco Erodoto riporta che in Egitto i corpi di donne belle o altolocate non venivano consegnati subito agli imbalsamatori (come d’uso) ma venivano lasciati putrefare alcuni giorni,in modo che perdessero ogni attrattiva sessuale per gli stessi.

Nell’Europa medioevale la cura per l’ermafroditismo consisteva nel far accoppiare lo sventurato con una vergine appena deceduta.

Come precedentemente affermato,perché l’atto perverso si concluda in trionfo (per usare una parola di Stoller) e non sia troppo ansiogeno,vengono presi degli accorgimenti allo scopo di diminuire il rischio di ripetizione del trauma;

Nel necrofilico l’oggetto scelto sarà totalmente passivo non potrà così minacciare,interferire,testimoniare,accusare e punire per il desiderio colpevole di vendetta che il soggetto sta covando (“la vittima potrebbe accorgersi del mio odio e reagire facendomi quello che vorrei fare a lei”).Il cadavere,inoltre, può venire lordato,attaccato,odiato,senza che il soggetto sia colpevole della sua morte o della sua sofferenza in quanto già morto.

LE DIVERSE TIPOLOGIE DI NECROFILO

Non sappiamo il reale numero di casi di necrofilia,la particolarità stessa della perversione ne rende difficile l’attuazione e l’individuazione.

Per comodità proporrò comunque una suddivisione in tre categorie che permetta di distinguere;

Nel primo gruppo i casi eclatanti,quelli cioè balzati alle cronache.Individuerò fra questi la categoria dei serial killer necrofili (è in questi soggetti infatti,che si riscontra la più alta percentuale denunciata di atti),abbiamo poi i

Necrofili semplici:coloro cioè che indulgono in pratiche sessuali con cadaveri pur non macchiandosi di omicidio.

e poi il

Necrofilo latente:un soggetto cioè che ha la necrofilia come fantasia sessuale ricorrente e ossessiva.

In questo settore ho svolto alcune ricerche tramite internet prendendo contatti con alcuni soggetti.Non è ovviamente possibile considerarlo un campione statistico ma spero che alcune osservazioni possano comunque fornire un piccolo spunto per ulteriori ricerche.

IL SERIAL KILLER NECROFILO

Casi di necrofilia sono maggiormente riscontrati negli assassini seriali i quali,essendo fortemente disturbati nella sfera sessuale,presentano spesso perversioni e combinazioni di esse.

Lo studio di Ressler e Coll (1988) per l’FBI conferma la presenza di abbandono,traumi,violenze,condizioni familiari ad alta valenza sessuale (prostituzione della madre,abusi,promiscuità..) nella vita di questi soggetti,ne deriva una visione del sesso come sporco,negativo e pericoloso,spesso una condizione di isolamento sociale e un’incapacità a relazionarsi con altre persone.

Le perversioni più frequenti nell’assassino seriale,sono indicate da De Luca come necrofilia e sadismo,queste due deviazioni permettono di suddividere i soggetti in due gruppi differenti tra loro per caratteristiche e modus operandi:il "necrofilo sadico" ed il "necrofilo semplice".

Secondo l’autore, il "serial killer necrofilo sadico " maschera un’omosessualità latente che l’educazione e l’ambiente circostante non gli permettono di esprimere.Ne consegue una profonda frustrazione legata all’incapacità di avvertire un normale desiderio sessuale,accompagnata da una sensazione di inadeguatezza e minaccia verso il proprio io.Il risentimento che ne scaturisce viene riversato sull’oggetto il quale,in quanto manifestazione tangibile della sua inadeguatezza/inettitudine,diviene “oggetto odiato”.

L’atto consumato dal sadico è espressione di dominio,affermazione di sé e spregio per la vittima;il piacere è legato all’esercizio del potere ed alla sofferenza inferta,perciò la vittima dovrà restare viva il più a lungo possibile.In quest’ottica il comportamento necrofilico assume un significato di offesa estrema e di affermazione della propria potenza sessuale.

Il "serial killer necrofilo" è generalmente un individuo isolato dal mondo,chiuso e timido.L’assenza di relazioni e la paura dell’oggetto provocano un’inibizione sessuale che si scioglie solo rendendo l’oggetto stesso inoffensivo e passivo.Il rapporto con la vittima è diverso dal sadico (che la vuole viva per prolungarne la sofferenza),il necrofilo ha fretta di ucciderla e presta grande attenzione alla preservazione del cadavere,col quale stabilisce un rapporto che potremmo definire emotivo:"lo pulisce,lo cura,ci dorme insieme,lo abbraccia e vi si stringe contro ".

Da ciò è evidente il carattere di tipo essenzialmente pregenitale di questa parafilia;l’attività è limitata,la masturbazione
è la modalità predominante.Ciò potrebbe dipendere dalla forte minaccia che il corpo,seppur morto,suscita.

Esso infatti è privo di funzione,svolge prevalentemente un ruolo di specchio.De Luca nota che l’attività sessuale è di tipo fortemente autoreferenziale,evidenzia inoltre,come l’autoerotismo si unisce/combina alla contemplazione del cadavere e delle emozioni che questo suscita.

A volte l’oggetto amato oltre ad essere posseduto può venire simbolicamente introiettato tramite atti di cannibalismo, così che l’unione sia completa e il soggetto non possa più venire abbandonato.

IL NECROFILO SEMPLICE

Si includono in questa categoria coloro che non uccidono per avere un cadavere,ma scelgono un tipo di lavoro che consenta la vicinanza con l’oggetto del desiderio:becchini;impiegati presso agenzie funebri,operatori in camere mortuarie.

L’esiguo numero di casi di cui siamo a conoscenza può dipendere dal fatto che eventi di questo tipo passano per lo più sotto il silenzio in quanto,probabilmente,le rare volte che accadono non vengono scoperti oppure,anche se ciò dovesse verificarsi non è interesse della ditta o dell’ospedale rendere pubblico l’accaduto.

L’assenza di scrupolo o di colpa che denotano questi soggetti nei confronti della profanazione compiuta,potrebbe trovare una spiegazione in un certo senso filosofica:ciò che connota l’essere umano come tale è l’attività,il pensiero, la reazione in risposta all’ambiente.

Quando tutto ciò cessa, cessa anche l’essere umano il quale,una volta privato delle sue caratteristiche,regredisce alla condizione di oggetto.Un necrofilo contattato in chat mi ha fornito un esempio calzante con quanto precedentemente detto:“se guardi il cadavere sotto il lenzuolo,lo vedi coperto,qualcosa di già chiuso,dimenticato dal mondo.Come un libro,un oggetto:lo scopri,lo leggi,lo conosci nelle sue parti e poi lo rimetti a posto…”. Non c’è colpa in quanto la il corpo è già dimenticato dal mondo,l’inattività è la chiave della coscienza.

IL NECROFILO LATENTE:LA RICERCA SUL CAMPO

Le comuni fantasie sessuali generalmente richiedono una “vittima” (bondage,stupro,sadomasochismo…) anche quando vengono attuate nella vita quotidiana comportano l’assunzione,(consensuale o meno) da parte di uno dei due partners del ruolo di vittima.Ciò che la comunità virtuale di necrofili con cui sono entrata in contatto afferma a questo proposito è che la necrofilia è la forma più pura di “sesso senza interesse”,in quanto nessuno viene a ricevere sofferenza fisica o morale,né subisce abusi (escludendo ovviamente coloro che uccidono per procurarsi i corpi).

Robert è il soggetto più interessante della mia ricerca,con il quale ho intrapreso una corrispondenza elettronica;egli appartiene (come la maggior parte dei membri della comunità necrofila virtuale di internet ) a quei soggetti che limitano alla fantasia la loro deviazione.Anche se non mettono in pratica la fantasia,io definirei anch’essi come perversi in accordo con la definizione della Kaplan.

La fissità e la persistenza ossessiva della fantasia non ci consente di classificarla come comportamento sessuale bizzarro (si veda la definizione della Kaplan nel paragrafo sulla perversione).Inoltre,molti soggetti affermano di avere una normale vita sessuale,dalla quale però non traggono piacere.Potremmo quindi concludere che la presenza di questa fantasia è invalidate per la vita sessuale del soggetto ed includerlo nella nostra classificazione come un livello di perversione di minore entità.

Dalla letteratura la necrofilia risulta essere una perversione quasi esclusivamente maschile.

In quest’ambito la gamma delle sfumature è vasta;si va dalla tendenza sadica ad imporre il proprio dominio (profanazione del corpo inteso come oggetto e disponibile a soddisfare ogni proprio desiderio) fino a giungere ad una sorta di rapporto emotivo…. “recentemente ho letto di un incidente accaduto ad una studentessa di 18 anni… stava passeggiando con i suoi amici quando un’auto in corsa l’ ha investita… dalla foto sul giornale sembrava molto graziosa, con lunghi capelli neri e un viso dolce.Ho avvertito subito un grosso dispiacere,perché lei? Perché è dovuta morire in un incidente così cruento? (moralmente mi sono domandato, dov’era Dio in quel momento? )… poi ho pensato alla sua famiglia… mi sono chiesto se avesse un ragazzo,se avesse mai amato se avesse avuto la possibilità di avvertire un tocco caldo e amorevole sul suo corpo… se avesse già fatto l’amore…le mie emozioni hanno spaziato da una grande compassione a temi più sessuali".

"Desideravo che qualcuno desse a questa ragazza la delicata e dolce esperienza dell’amore prima che venisse seppellita, dopo quella morte così violenta e tragica avrei voluto farle sentire il mio calore, la mia compassione, lasciarle una parte del mio “amore” per l’eternità. Naturalmente non avrebbe sentito niente di tutto ciò ma … sono entrati in gioco aspetti spirituali del mio sentimento… non sono uno “scopatore di corpi” per puro piacere, per me è l’ultimo legame che una persona può avere con la vita, è l’emozione di dare qualcosa

ROBERT

Dagli scritti di Rob si evincono alcuni elementi della sua vita:egli afferma di essere stato affascinato dalla morte già nei primi anni di vita,guardando western e film violenti.I suoi giochi in seguito erano incentrati sul riproporre quelle scene impersonando la vittima.

Egli ricorda che il piacere maggiore proveniva dall’essere toccato,manipolato,trascinato dagli altri bambini,in seguito,i suoi interessi sono naturalmente evoluti verso l’altro sesso e così le sue fantasie,incentrate in questo periodo sull’essere morto e abusato da una donna giovane e bella,oppure di essere donna e venire stuprata e uccisa.

Il soggetto afferma che durante il college le fantasie necrofile sono state represse per lasciare spazio alle normali relazioni,anche se poi ammette di non aver mai fatto sesso con alcuna compagna (a causa della forte timidezza e dell’acne che lo affliggeva) fino al matrimonio,avvenuto alcuni anni dopo.Poco dopo ci tiene a sottolineare di non aver praticato sesso per scelta,in quanto all’epoca sognava molto;in particolare di trovare giovani donne incoscienti o morte e di fare del sesso con loro e si affretta a sottolineare di non aver mai ucciso nessuno.La contraddizione del racconto è evidente.

Rob è sposato da 20 anni con una compagna di liceo,dalla quale ha avuto tre figli e con la quale pratica senza troppo entusiasmo del sesso “normale” ma lontano dalle sue fantasie,che rimangono pertanto insoddisfatte e che egli ha continuato a nutrire collezionando fotografie e creando un sito web.

Rob dice di aver parlato solo di recente alla moglie delle sue fantasie (in occasione di un lutto familiare) e che lei, pur non condividendole,ha cercato di assecondarle (il suo commento in proposito è stato un ironico..“ questo è un grosso merito per lei,non avrebbe mai vinto un oscar per l’interpretazione,comunque”).In conclusione i suoi interessi e desideri sessuali restano insoddisfatti nella vita di coppia.

Molti necrofili sembrano trarre piacere nel trascinare il corpo e posizionarlo,guardarlo abbandonato.

Nelle fantasie del nostro soggetto,a dispetto dell’apparenza delicata che vuole far trasparire,emergono degli evidenti contrasti e degli elementi interessanti quali il feticismo,(le braccia sono un tema ricorrente:“amo guardare le braccia che penzolano, adoro le braccia delle donne”),il desiderio di resa incondizionata:“mi piace praticare del sesso orale con questa partner consenziente” (è indicativo il fatto che il soggetto usi il termine willing;letteralmente consenziente, voglioso,disposto volenteroso,pronto,un termine che sottolinea la volontarietà del soggetto ed è abbastanza stridente col fatto che il soggetto in questione è un cadavere),il contrasto fra il desiderio di dominio,possesso (“inserirmi e venirle in ogni orifizio”) e il desiderio di protezione (“amo baciare ogni centimetro delle sue braccia specie l’ascella e nascondermi in essa”).

Balza agli occhi la costante ambivalenza ed il contrasto fra alcune affermazioni e l’immagine compensatoria che Rob vuol far trasparire nel reiterare la “pulizia” delle sue intenzioni e il sentimento che esse comportano:“amo l’idea di fare l’amore in modo dolce e appassionato con il suo corpo pensando che qualcosa di me resterà con lei per l’eternità. È questo che caratterizza i miei sentimenti; è come dare me stesso e l’essenza della vita, condividere un momento di tenerezza per l’ultima volta. Più che piacere sessuale è compassione verso una giovane donna che non sperimenterà più i piaceri dell’amore”.

Da queste ultime righe è possibile evidenziare altri elementi interessanti,che caratterizzano questo soggetto: prendendo atto della forte ambivalenza riscontrata in Robert,si noti la funzione compensatoria svolta da frasi e descrizioni gentili.Ciò potrebbe trovare spiegazione nel fatto che,essendo la perversione latente,l’istanza Superegoica si fa sentire vivacemente.In maniera ugualmente vivace si fanno sentire meccanismi di difesa quali separazione e negazione.

LA REALIZZAZIONE DELLA FANTASIA

Non tutti i soggetti della ricerca si limitano a sognare, molti realizzano le proprie fantasie nei limiti della legalità inscenando uccisioni, rituali macabri e pratiche sessuali con sedicenti cadaveri.

Una variante che sembra avere una discreta diffusione è definita sleepy sex;in questo caso la partner consenziente viene resa incosciente (o finge di esserlo) e “abusata”,spesso l’atto viene filmato a vantaggio della stessa,che ne fruirà in un secondo momento.

La necrofilia nella letteratura,sia essa reale o fantasticata,sembra essere quasi esclusivamente prerogativa maschile.

Il fatto che la maggior parte di questi siti sono commerciali,spiega la scelta del soggetto ad uso e consumo degli uomini che costituiscono il maggior bacino d’utenza.Non sorprende quindi la massiccia presenza di donne nelle rappresentazioni di questo tipo,ma la loro esclusività; la presenza
maschile nella scena è marginale se non del tutto assente.Si tratta nella maggioranza di casi,di donne che si uccidono e si toccano oppure di donne sole che giacciono nude.

NECROFILIA FEMMINILE

Nella mia ristretta osservazione è presente un numero,seppur esiguo di donne.

Le pochissime che sostengono di aver praticato atti necrofili,affermano di essere state introdotte dai loro partner (ovviamente impiegati in questo campo).In questo caso il cadavere diviene strumento di eccitazione per la coppia, nella quale viene soddisfatto il desiderio voyeristico ed esibizionistico .Inoltre la donna può lasciarsi andare alla massima libertà in quanto la “rivale” non costituisce un pericolo per la sua immagine e per il rapporto.

Più che l’atto in sé,la maggior fonte d’eccitazione sta nell’immedesimarsi con la vittima.Ciò sembra rientrare anche se in forma più intensa,nella comune fantasia femminile di passività e sottomissione al partner (fantasie di stupro…).

Non va comunque tralasciato il fatto che le donne più dei maschi,stabiliscono un legame tra sesso e sentimento è quindi più probabile che si vedano,secondo una visione romantica,come oggetto dell’amore di qualcuno anche dopo la morte o che si immedesimino con maggiore facilità nell’oggetto del desiderio sessuale di un uomo,qualsiasi esso sia.

Le fantasie riguardano la propria morte e il successivo abuso del corpo,oppure il venire uccise durante l’atto sessuale, all’acme del piacere (in questo caso ciò che avviene in seguito sembra essere secondario).Nell’ambito della fantasia di uccisione,le modalità più popolari sembrano essere lo strangolamento e l’accoltellamento.

Molte affermano di aver giocato a fare la morta come variante all’interno di normali giochi sessuali.

Ancora più esiguo è il numero di donne che svolgono una parte attiva nell’atto necrofilo (tre nella mia ricerca,una della quali è Karen Greenlee,arrestata in America alcuni anni fa.)

FETICISMO E NECROFILIA

Nel feticismo come nella necrofilia,il soggetto non è in grado di tollerare l’altro nella sua interezza (in quanto persona), perciò lo frammenterà,deumanizzandolo secondo le modalità più in sintonia con i traumi passati.Una volta scelto un elemento parziale,neutro, il soggetto investirà sessualmente su di esso.In questo modo l’oggetto d’amore,riflesso nel feticcio,diverrà innocuo e di conseguenza fruibile.

Una volta dissociato,l’oggetto viene nuovamente ricomposto,ricreato tramite l’idealizzazione.Quest’atto consente la neutralizzazione dell’ostilità,che viene pervasa da sensazioni positive, erotiche.

Il feticcio verrà insultato,danneggiato, utilizzato a piacimento e resterà sempre “disponibile”,cedevole,condiscendente. Non può arrecare danno,ha un atteggiamento di assoluta cooperazione e contiene ogni tipo di fantasia.Vive nella sfera dell’idealizzazione perciò non delude mai (si affronterà in seguito il legame tra necrofilia e melanconia).

Stoller indica la necrofilia e il feticismo come perversioni prive di ostilità,nel caso della necrofilia egli sostiene che l’oggetto è il cadavere di persone della cui morte non si è responsabili, (ciò comporta quindi l’esclusione nel necrofilo serial killer).

Personalmente non condivido quest’affermazione in quanto il soggetto,pur non essendo responsabile della morte,lo è comunque della profanazione e dei successivi atti sadici (seppur mascherati in alcuni casi).Lo stesso vale per il feticcio,che viene danneggiato lordato e che nella fantasia non è altro che il sostituto del oggetto d’amore odiato.

A seguito di quanto detto,il corpo morto può essere considerato un feticcio.Esso diventa oggetto,simulacro, contenitore,carne,il simbolo di qualcosa che è stato,che spaventa troppo nella sua interezza (come persona
completa,
attiva,pensante).

IL LEGAME CON LA MELANCONIA

Prendendo spunto da Dalle Luche,il quale considera il concetto di melanconia partendo dai contributi fondamentali di Freud e Abraham,in particolare dalla nozione di “ambivalenza verso l’oggetto d’amore perduto” e avvalendomi della prospettiva fenomenologica secondo la quale il melanconico prova amore per l’altro soltanto perdendolo o mantenendosi sul punto di perderlo,vorrei focalizzare l’attenzione sulla relazione tra necrofilia e melanconia.

Il melanconico prova amore solo nella perdita,in quanto il possesso dell’oggetto d’amore obbliga a prendere coscienza della sua finitezza,ad abbandonarne il carattere ideale (perdendolo comunque).

L’oggetto se posseduto,non potrà mai soddisfare le infinite richieste di affetto ed attenzioni,perciò verrà distrutto dalle dinamiche aggressive e ambivalenti del soggetto.

Amgaben (1970-1933) parla di “capacità fantasmatica di far apparire perduto l’oggetto inappropriabile” il problema è che l’inappropriabilità non dipende dalla perdita ma dal fatto che l’oggetto,in quanto idealizzato,non potrà mai appartenere.E’ soltanto nella situazione di lutto per l’oggetto inappropriabile,che il soggetto può entrare in rapporto con esso e possederlo con piena soddisfazione.Ciò non può avvenire nella realtà che porta con sé delusioni,insidie e abbandono.

Nel necrofilo e in particolare nel serial killer necrofilo l’oggetto d’amore è morto, egli l’ ha ucciso così non potrà più abbandonarlo, il soggetto potrà continuare a farlo rivivere nella sua fantasia e attraverso la rappresentazione rituale (si veda Dahmer, il mostro di Milwaukee o Vera Renczi, una rumena che uccise due mariti un figlio e 30 amanti, conservandoli in cantina in bare di zinco.

A questo proposito commentò che non voleva che l’abbandonassero e che voleva fossero tutti suoi.Ancora,Dennis Nielsen,un'inglese alcolizzato omosessuale che strangolava uomini e nascondeva i loro corpi sotto le assi del pavimento,per poi estrarne uno ogni tanto lavarlo,vestirlo,metterlo a letto e fare del sesso.(Nielsen affermava di parlare con i cadaveri e per non sentirsi solo,di circondarsi di parti anatomiche delle vittime).

In accordo con la teoria di De Luca, potremmo dire che il "necrofilo melanconico" tenta di esorcizzare la perdita dell’oggetto d’amore subita nell’infanzia,divenendone artefice.

Il melanconico,incapace di elaborare la perdita dell’oggetto d’amore primario,non può trovarne un sostituto reale nella vita adulta e supera l’impasse sfruttando la perdita subita o provocata per far rivivere fantasmagoricamente l’oggetto.

In questa condizione così lontana dal reale nella quale il legame è protetto dalla consunzione e dal degrado,la passione amorosa non può essere soddisfatta secondo le normali modalità ma nemmeno esaurirsi o negarsi.

Dalle Luche in un articolo sul necrofilismo Bunueliano parla di situazioni che, per “oscure vicissitudini infantili hanno consentito loro di assaporare ed esorcizzare il dolore della perdita attraverso la concretezza sensuale dell’eros, provocando loro un “mare di guai nevrotici” ma fornendoli anche di possibili e concretamente riattuabili soluzioni di compenso erotico” sappiamo infatti,che il comportamento perverso porta in sé tracce della storia del soggetto,è una struttura difensiva messa in atto per salvaguardare il piacere erotico.

Il necrofilo,non riesce per inadeguatezza a soddisfare la propria passione ad avere una relazione normale,egli non può amare in presenza dell’oggetto d’amore,perché questo,spaventandolo,gli provoca odio e/o paura.

L’odio per l’oggetto,la rabbia per le frustrazioni che procura,vengono assolte dai rituali di lavaggio e cura (nel nostro caso dalle parole affettuose e caritatevoli di Rob).Nel caso più estremo l’impossibilità di possedere l’oggetto d’amore porterà ad amare follemente il suo fantasma che verrà inseguito a costo di disseppellire, profanare.

Anche secondo Winnicott la mancanza di esperienze affettive precoci produce un vuoto nella sequenza di sviluppo che verrà colmato dal fantasma dell’oggetto il quale,in quanto assente,diviene contenitore di fantasie.

Nel caso del necrofilo, il fantasma è sostituito dal feticcio del cadavere,sul quale si riversa l’idealizzazione del soggetto.

CONCLUSIONI

L’atto perverso è espressione di dinamiche profonde,non comprende la relazione con l’altro inteso come persona e partner sessuale maturo,si esprime invece come relazione con i propri fantasmi.

L’oggetto della necrofilia è il cadavere,simulacro immobile e innocuo dell’oggetto d’amore,contenitore delle proprie fantasie.In questa prospettiva,potremmo intendere la necrofilia come l’esasperazione del bisogno di relazionarsi con l’oggetto assente,di una profonda melanconia,nella quale il fantasma è reale e incarnato nel feticcio del corpo morto.

Testi di :Chiara Camerani,tirocinante presso l’Associazione Italiana di Sessuologia Clinica,Roma.