5 agosto 2010

DARYA SALTYKOVA – La Bàthory russa -

Anche se la servitù della gleba in Russia esisteva da secoli,generalmente era ben nota l'arbitrarietà e le manifestazioni di violenza senza precedenti dei padroni nei confronti dei loro schiavi,Darya Saltykova spesso definita come la -"Saltychikha" - (l'Orchessa) tuttavia,superò con la sua crudeltà ogni limite possibile ed immaginabile.

Il soprannome "Saltychikha" divenne poi un sinonimo,per sottolineare il trattamento bestiale dei contadini da parte dei proprietari terrieri feudali.

Darja Nikolaevna Saltykova,nata Ivanova,fu una nobildonna ed una proprietaria terriera russa del 18 ° secolo,appartenente all'importante famiglia dei Saltykova di Mosca.Strano a dirsi e a crederci,tuttavia secondo gli etnografi I.M.Hailov e B.T.Chervyakov,gli unici ad essere più attendibili e che studiarono a fondo la biografia della nobildonna:"era del tutto analfabeta,non sapendo ne leggere,ne scrivere e neanche apporre la sua firma sui documenti ufficiali".

Nella storia è meglio conosciuta come una sadica,sofisticata assassina ed una serial killer ucraina del tardo medioevo,che torturò ed uccise oltre 138 suoi servi di sesso femminile,la maggior parte delle quali erano giovani ragazze,sospettata inoltre di cannibalismo,indubbiamente questa donna dall'incredibile brutalità,rappresenta la degna controparte russa di Elizabeth Bathory(1560-1614) e del marchese De Sade.

Nacque il 27 marzo del 1730,e ben presto iniziò a farsi apprezzare con successo nei circoli aristocratici dove giovanissima conobbe e sposò Gleb Alekseevich Saltykov,un capitano delle Guardie del Reggimento di Cavalleria,con il quale ebbe due figli maschi,che seguirono a loro volta la carriera del padre come ufficiali nello stesso Reggimento.

Purtroppo,la sua vita coniugale si concluse bruscamente per la tragica morte del marito nel 1756 quando aveva solo 26 anni,diventando così uno dei più ricchi proprietari terrieri russi,con propietà nel distretto di Podolsky Troitskoe nei pressi della città di Podolsk,a sud di Mosca e nel villaggio di Trinità,dove avvennero la maggior parte dei suoi crimini e nelle province di Vologda,Kostroma e di Mosca ed anche quindi propietaria di migliaia di servi della gleba (contadini).

Come Elizabeth Bathory,che otteneva soddisfazione e piacere torturando ed uccidendo,la maggior parte delle sue vittime furono soprattutto donne e giovani ragazze,anche tra gli 11 e 12 anni d'età.

Darya,non era incline al sadismo nei suoi primi anni di vita,tuttavia era una donna il cui carattere non poteva certo essere definito semplice,quando si manifestava con un mix di qualità opposte - avarizia e generosità,crudeltà e sensibilità,improvvisi scoppi di rabbia alternati a sentimentalismo e al dubbio -.

Allo stesso tempo,era molto religiosa,ogni anno si recava in pellegrinaggio in qualche santuario ortodosso a volte anche molto lontano,come per esempio al monastero delle sacre reliquie di Pechersk Lavra a Kiev,noto anche come il Monastero delle Grotte,elargendo generosamente alla chiesa e distribuendo elemosine.

Sorprendentemente era ancora in fiore ed una donna molto piacevole,ma nascondeva un pronunciato temperamento sadico ed ardente,forse anche a causa di una costante frustrazione sessuale e l'amore non corrisposto dalle sue giovani serve,fece nascere il lei la passione anormale per la crudeltà:"ricevendo soddisfazione nel provocare dolore fisico e godendo della sofferenza di altre persone".


Fu particolarmente intollerante nei confronti delle giovani ragazze,sulle quali si avventava con il pretesto di lavori eseguiti male,quando queste attendevano alla pulizia del pavimenti, e di solito la sua mania sfociava improvvisa senza un motivo particolare,portandola ad uno stato di eccitazione e rabbia estrema,torturandole e tormentandole con le proprie mani,con un bastone o un ferro rovente,spesso le torture duravano per molti giorni.Di solito iniziava a punire lei stessa e quando si stancava,ordinava ai suoi fidati lacchè (stallieri e domestici) di continuare in sua vece,che sotto l'influenza delle sue grida:"picchiate a morte",eseguivano i suoi ordini picchiando le malcapitate con fruste e bastoni.

In casi di particolare frenesia,i suoi metodi preferiti di disumane sevizie consistevano nel prendere la vittima per i capelli e sbattendo loro la testa contro il muro,o immergendo la loro testa nel ghiaccio,o bruciando loro i capelli, o versando sopra la testa o sul viso acqua bollente,ustionando le loro orecchie con bigodini o pinze incandescenti,o legandole fuori nude al gelo e lasciandole morire di freddo e di di fame,o ancora come nel dicembre del 1757,quando seviziò giovani ragazze incinte fino a procurar loro l'aborto,lasciandole poi morire lentamente di stenti all'adiaccio.

Molte delle vittime,come risultò dalle testimonianze,non avevano più capelli in testa,che lei stessa strappava con le mani.Alcuni dei cadaveri erano talmente mutilati,che i preti si rifutarono di richiedere così come voleva la prassi,il certificato di morte e dare loro i sacramenti,quindi sepellite nella foresta circostante in tombe senza nome.

Occorre premettere che la giovane vedova che languiva in solitudine nel suo villaggio di Trinità,vicino a Mosca,si era legata sentimentalmente con il nobile e gentiluomo geometra Nicola Tjutčev,che alla fine la lasciò per sposare un'altra donna,ma non fu un'addio indolore....

Sentitasi oltraggiata ed umiliata,infuriata volle vendicarsi di questo amore non corrisposto,tanto che per ben tre volte cercò di farlo uccudere insieme alla moglie,una prima volta,dopo aver preparato una bomba artigianale con i suoi servi ,cercò di far saltare in aria la sua casa a Paniutyne,ma il tentativo fallì due volte, perché i contadini spaventati avevano paura di commettere l'omicidio di un gentiluomo.

Non rinunciando alla vendetta,ordinò poi ad una dozzina dei suoi servi di tendergli un'imboscata mortale,ma qualcuno con una lettera anonima lo avvisò del pericolo e si salvò dalla morte inevitabile.Lo sfortunato amante,presentò poi una petizione richiedendo una scorta e denunciando i fatti,per poi rifugiarsi insieme alla moglie in un palazzo a Mosca presso suoi parenti,abbandonando in seguito la città,alla fine Daria decise di rinviare i suoi piani e non ci pensò più.

PORTRAIT OF DARYA SALTYKOVA 1762

Denuncia all' Imperatrice

All'inizio dell'estate del 1762 a San Pietroburgo,i contadini Runaway Savely Martynov e Yermolai Ilyin che avevano entrambi perso le loro mogli,uccise dalla Saltykova,si erano prefissati di raggiungere un'obiettivo quasi impossibile:

"consegnare all'Imperatrice Caterina Alexeyevna II appena salita al trono,una denuncia contro la loro padrona"
.


Le probabilità di successo erano scarse:in primo luogo erano dei servi,da considerarsi a tutti gli effetti come clandestini fuggiaschi,non possedendo neanche documenti di riconoscimento,ed in secondo luogo l'imperatrice ai sensi delle norme di allora,esaminava solo i documenti depositati e presentati esclusivamente dal Consigliere della Corona.

La strada del ritorno avrebbe significato la morte certa per entrambi.Ciò che sorprende è che furono in grado di portare a termine un'impresa quasi disperata.

Altri simili tentativi erano già stati fatti dai loro predecessori :

Nel mese di marzo del 1762,i fratelli Shavkunova,Tarnohin,Nekrasov e Ugryumova,servi presso la casa della Saltykova a Mosca,sapendo che lei era in ottimi rapporti personali con i capi della polizia di Mosca,decisero di appellarsi alla sede del Senato (Ufficio del Senato direttivo a Mosca),per informare le autorità sulle atrocità commesse dalla loro padrona .

Fuggirono di notte,ma la Saltykova lanciò i suoi fidi schiavi al loro inseguimento,temendo rappresaglie e per la loro vita,questi si rivolsero di notte per un'aiuto alla polizia.I fuggitivi rimasero agli arresti per due settimane,durante le quali ripetutamente affermarono dei numerosi omicidi commessi dalla Saltykova,tra cui anche l'assassinio delle tre mogli di Ermolai Ilyina.

Cinque agenti di polizia cercarono di riaccompagnarli dalla loro padrona,ma si rifiutarono tanto da venir malmenati,alla fine furono portati presso l'ufficio del Senato,dove vennero formalmente interrogati e restituiti alla Saltykova.Venne in seguito montata una fuga e spediti per sempre in Siberia.

Pertanto,Ilyin e Martynov preferirono un percorso più lungo e apparentemente illogico.Alla fine del mese di aprile del 1762,fuggirono dalla casa della loro padrona a Mosca,ma non si spostarono verso sud,verso la steppa del Don,ma direttamente nella direzione opposta verso la capitale dell'impero San Pietroburgo,dove tra ogni sorta di difficoltà e vicissitudini arrivarono per poi nascondersi.

Non si sa esattamente,come riuscirono a trovare appoggi presso il Palazzo d'Inverno e a far pervenire la denuncia nelle mani dell' Imperatrice,molto probabilmente versando una consistente tangente nelle mani di qualche funzionario importante.

I due servi Ilyina e Martynov riuscirono a presentare la denuncia presso l'Ufficio di Sua Maestà Imperiale per l'esame,che a sua volta la presentò all'Imperatrice Catherine II che non respinse la supplica e le preghiere di Ilyina e Martynov di non essere restiuiti alla loro padrona,e così nella prima metà di giugno Catherine II iscrisse per "abusi fisici" (come in quei giorni erano chiamate le denunce ) Darya Nikolaevna Saltykova.

Sebbene la Saltykova appartenesse ad una nobile famiglia,Caterina II era restia a condannare apertamente un'aristocratica,ma allo stesso tempo era molto desiderosa di essere "una madre per il popolo russo",come aveva promesso.

Decise alfine di usare il suo caso,come un processo farsa aprendo un procedimento contro la stessa,che segnò una nuova era di legalità.


Da lì il decreto fu trasmesso alla sede del Senato direttivo di Mosca e quindi in seno al collegio di giustizia di Mosca,dove il 1 ottobre del 1762 il caso approdò,i funzionari capirono subito quanto fosse rischioso:da un lato,a San Pietroburgo la denuncia era stata segnalata all'imperatrice e dovevano mostrare dei risultati,ma dall'altra - non si poteva toccare la Saltykova -,sopratutto se si considera che aveva parenti e legami familiari alto locati in tutta l'amministrazione statale di Mosca.

Affidare le indagini a funzionari di rango più elevato sarebbe stato pericoloso,si decise allora su ordine dell'imperatrice, di affidare l'inchiesta ad un funzionario che non fosse di nascita nobile e che non avesse alcuna parentela e legami di affari con la Saltykova,la scelta cadde sul giovane Stepan Volkov,un'umile e sconosciuto ufficiale Consigliere di Corte,coadiuvato in seguito dal giovane principe Dmitry Tsitsianov come suo assistente consigliere.

In ogni caso,è stato grazie alla loro diligenza e rara onestà,che le ricerche proseguirono per diversi anni nonostante una dura opposizione da parte dei funzionari di Mosca.

Durante il primo anno - e fino al novembre 1763 - i ricercatori esaminarono i libri contabili della Saltykova,permettendo di stabilire con sufficiente accuratezza la cerchia dei funzionari dell'amministrazione di Mosca,con i quali la Saltykova intratteneva stretti contatti.

Interrogarono numerosi testimoni e proprietari terrieri che vivevano nella sua casa di Santa Trinità (vicino Mosca) e di Vokshine.In aggiunta,i due zelanti ricercatori del College di giustizia,esaminarono i registri di circolazione dei servi,e stilarono una lista con ivi riportati i nomi e le circostanze di vita o di morte,ricostruendone i movimenti nei vari possedimenti,a chi erano stati venduti,chi era stato mandato a lavorare altrove,chi era morto.

Da questi primi dati,emerse che la realtà dei fatti presentava molte discordanze,innanzitutto,la maggior parte dei servi non era deceduta di morte naturale,ma in circostanze strane.Alcune donne e contadine alle quali era stato rilasciato il permesso per andare ai loro villaggi,morirono o scomparvero senza lasciare traccia.

Sembrava anche piuttosto sospetto che su cento servi della gleba morti ufficialmente,il tasso di mortalità tra le donne superasse di gran lunga il tasso di mortalità degli uomini,tutto ciò non trovò alcuna spiegazione logica.La morte di alcune persone che sin dall'inizio sembrava una conseguenza di atti criminali,su cui nessuno però,pensò mai di indagare.

Un'esempio tra i tanti,quello di una giovane domestica di 20 anni,che si disse cadde accidentalmente in casa della Saltykova e due settimane più tardi morì,ma in verità fu a causa delle torture e sevizie.

Erano morti molto sospette anche le tre mogli di Yermolay Ilyin,( il servo che poi riuscì a far passare la supplica all'imperatrice Caterina la Grande),con cui si era sposato di volta in volta,(per ordine della sua padrona),e che nel periodo di tre anni,una per una morirono,come poi si saprà erano state torturate a morte.Ilyin,tra l'altro,lavorava come "stalliere personale" della Saltykova,vale a dire,era un'uomo molto vicino a lei,in ogni caso era in contatto con lei tutti i giorni.

In totale,il consigliere Volkov accertò che 138 (!) servi della gleba della Saltykova,erano stati a suo parere,vittime di crimini della propia padrona

Furono passati al setaccio anche gli archivi del capo della polizia di Mosca,del governatore civile e di altri importanti funzionari della provincia di Mosca,dove si scoprì che dal 1756 al 1762 erano state presentate contro la Saltykova dai suoi servi 21 denunce,dove in ciascuna venivano citate ad esempio le specifice delle percosse e la causa della morte. Formalmente,tutte le denunce,i rapporti delle ispezioni ed altro,erano state adeguatamente archiviate (meglio sarebbe dire:insabbiate).

Per molti proprietari terrieri di quel periodo,punire i servi (gli schiavi) era una cosa normale e legalmente riconosciuta,tanto che ognuno per i trasgressori possedeva il proprio attrezzato carcere delle torture ,anche la Saltykova non era da meno,tanto che uno dei denuncianti vi rimase per anni e riuscì ad ottenere la libertà solo dopo l'avvio delle indagini.

Abbastanza rapidamente,i due ufficiali si accorsero ed arrivarono alla conclusione che la Saltykova in libertà,ostacolava le indagini - i contadini avevano paura di lei e raramente parlavano durante gli interrogatori -.Fino a quando la donna sarebbe rimasta a gestire personalmente i suoi averi e la vita dei suoi schiavi,gli investigatori non avrebbero potuto contare su testimonianze complete ed attendibili.

Pertanto,in data 6 novembre 1763 il Consiglio direttivo del Senato a San Pietroburgo,trasmise una petizione all'Imperatrice,in cui si suggeriva la nomina di un'amministratore onde sottrarre alla Saltykova la gestione dei propi beni e dei fondi,al fine di negarle la possibilità di esercitare pressioni ed intimidire i testimoni,come anche di continuare ad elargire tangenti a funzionari compiacenti,sempre pronti a venire in suo aiuto.


Inoltre,tra le altre misure che avrebbero potuto aiutare la giustizia,richiesero che venisse effettuata una ricerca "di massa " nelle tenute e nelle abitazioni della Saltykova nel distretto di Mosca e nella Sretenka,onde poter censire tutti i servi della gleba che vi abitavano,ed infine il permesso di consentire agli investigatori di ricorrere a misure drastiche come la “tortura”onde ottenere dalla stessa le informazioni necessarie,tutte le richieste, tranne quella per la tortura,
vennero approvate.


Tuttavia, il giovane ufficiale Volkov non si arrese,cercando di dimostrare la colpevolezza della Saltykova decise ancora una volta di chiedere a San Pietroburgo,il permesso per torturarla,ma 17 maggio 1764 ricevette il divieto finale: (...) con decreto di Sua Maestà Imperiale.

Dopo aver esaminato gli atti comprovanti i gravi e documentati sospetti degli inquirenti di Mosca,l'imperatrice Caterina prese personalmente il controllo della situazione,emanando un decreto nel quale stabiliva che la Saltykova venisse interdetta dalla totale gestione dei suoi beni dal gennaio 1764,disponendo che il senatore Saburov fosse nominato "custode" (oggi sarebbe chiamato "curatore provvisorio"),autorizzando inoltre gli investigatori se necessario,ad effettuare una ricerca "di massa" nelle case e proprietà della sospetta.

Il Consigliere di Corte Stepan Volkov,all'inizio di febbraio del 1764,informò ufficialmente la Saltykova di essere "sotto sorveglianza"(arresti domiciliari).

Secondo la tradizione,le fu affiancato per un mese il sacerdote Nicola Dmitry Vasiliev della chiesa di Mosca,che durante tutto questo tempo cercò di convincerla affinchè collaborasse nelle indagini, rimuovendo i peccati dall'anima con una confessione sincera ed il pentimento,esortandola a non portare le indagini verso una crudeltà estrema.

La Saltykova ascoltò il sacerdote,ma deviando continuamente i colloqui su argomenti di carattere generale tipo sulla religione e la morale,abituata all'impunità decise ancora una volta di farla franca,negando ogni addebito.

Il 3 marzo del 1764,dopo un mese il sacerdote ufficialmente informò con rammarico gli inquirenti circa il fallimento della sua missione,affermando:”questa signora è impantanata nel peccato e farla uscire dal suo pentimento è impossibile”.

Dal momento che agli investigatori era stato vietato di applicare la tortura,le speranze di intimidire la Saltykova e di estorcerle così le confessioni fallirono.

Tuttavia,nelle mani dell'instancabile ufficiale Stepan Volkov rimase un'altro strumento d'indagine molto efficace: “la ricerca generale” o "di massa".Questo tipo d'indagine (molto popolare a quel tempo) veniva effettuata come segue: uno squadrone di polizia (che poteva essere rafforzato con una guarnigione di soldati) circondava il paese dal quale si poteva entrare dall'esterno,ma non uscire.

Le "perquisizioni domiciliari" si protraevano per diversi giorni,accompagnate dall'interrogatorio di centinaia di singole persone,quelle interrogate e quelle in attesa di interrogatorio venivano isolate dal resto della popolazione.

L'efficacia di questa modalità di indagine non dovrebbe essere sottovalutata,questa tecnica è stata utilizzata con successo nella lotta contro le grandi bande di ladri,legalmente residenti nelle città e nei villaggi.Ciò che è importante è l'effetto psicologico la gente del paese vedendo un così grande dispiegamento di guardie armate,inconsciamente capiva circa la gravità della situazione,terrorizzati quindi anche da possibili calunnie dei vicini e la paura di essere accusati di mentire e di falsa testimonianza,tutto ciò spingeva anche i testimoni più refrattari e recalcitranti a dare testimonianza schietta e dettagliata.

In aggiunta a Trinità vennero istituiti altri cordoni di polizia in altre città e villaggi come a Salarevo,Orlov,Semenovskoe,il numero di persone interrogate fu di parecchie centinaia.

Nella prima settimana del mese di giugno del 1764,simultanee perquisizioni domiciliari furono effettuate a Mosca,nel quartiere in cui si trovava la casa della Saltykova,a Troitsk, vicino a Mosca e nel villaggio di Trinità,così come nei villaggi adiacenti.

Va osservato che stranamente,94 persone interrogate dall'ufficiale Stepan Volkov nel corso di una lunga ricerca a Sretenke,dissero di non sapere nulla dei crimini della loro padrona.

A Mosca e a Sretenke,le ricerche furono condotte dallo stesso Stepan Volkov,ed i risultati delle attività svolte si possono vedere già dal fatto che da solo interrogò più di 130 persone!.Grazie ai reati denunciati dai residenti delle case vicine e da alcuni sacerdoti della Chiesa di Vvedensky,furono documentate le date,le torture ed i conseguenti omicidi commessi dalla Saltykova e anche i nomi delle vittime,oltre alla testimonianza dei vicini di casa,molto importante per l'indagine furono le testimonianze dei contadini nelle propietà sospette.

Fin dall'inizio dell'inchiesta,i servi della gleba intimoriti ed oppressi,non entrarono mai in contatto diretto con Volkov,a quanto pare,esisteva una forte mancanza di fiducia nella forza della legge.

Prima di tutto, l'inchiesta volle appurare se le tre mogli di Ermolai Ilyina (uno dei due autori della petizione indirizzata all' Imperatrice),fossero state martirizzate dalla Saltykova.

Così Stepan Volkov accertò che le denunce per l'omicidio delle tre mogli di Ilyina erano state presentate prima alla polizia,e poi presso l'ufficio del Senato (ma insabbiate),vennero anche identificate le persone che furono testimoni diretti di detti omicidi.

Michael Martianov,Peter Ulyanov,Vasilisa Matveeva e Aksinia Stepanova ed inoltre,un numero significativo di persone furono in grado di confermare che i corpi delle tre donne morte presentavano lesioni molto evidenti e significative in tutto il corpo,(vaste e profonde ferite aperte,capelli strappati,tracce di scottature con l'acqua bollente,orecchie bruciate,contusioni,mutilazioni,ecc..).Di conseguenza, grazie ad una lunga ricerca,fu in grado di trovare le prove che le tre mogli di Ermolai Ivanova furono davvero uccise dalla propietaria terriera.

E fu allora che avvennero ulteriori e sorprendenti scoperte.

Un'importante risultato a seguito di una vasta perquisizione condotta nella casa di Mosca della Saltykova,portò alla scoperta di un libro molto compromettente nel quale la fidata governante Savely Martynova,riportava elencandole, tutte le tangenti,doni,preziosi e denaro che la sua padrona Saltykova elargiva ai funzionari dell'amministrazione di Mosca.

Questo documento molto interessante,fece emergere il grado estremo di corruzione e di lussuria senza scrupoli sulla corruzzione di preminenti funzionari di Mosca,responsabili del mantenimento dell'ordine pubblico e che avevano ignorato le barbare uccisioni di innocenti.

Tra i quali comparivano,tra i moltissimi nomi:

Ufficio del Capo Consigliere di Stato Andrey Molchanov
Procuratore di polizia Fedor Khvoshchinski
Consiglieri di Corte Leo Velyaminov-Grain e Ivan Yarov
Segretario dell'ufficio Segreto Peter Michael,ecc....;

Questo spiegava perché nessuno dei ricorrenti non riuscì mai a trovare la verità a Mosca.

Tralasciando il lungo elenco delle vittime,l'ultima accertata nel 1762 è stata la giovane serva Fyokla Gerasimova,che al termine delle torture venne sepolta ancora viva.Tuttavia,va notato che molti non furono testimoni diretti dei fatti,ma come si dice,per sentito dire;

Ora a disposizione degli investigatori vi era un numero significativo di testimoni e di prove,per mezzo delle quali si potè molto accuratamente ricostruire le circostanze della vita stessa della Saltykova e dei suoi servi.

Ricordando che nelle mani di Volkov vi era una lista di 138 nomi,dalla quale fu possibile chiarire che:

50 persone erano state ufficialmente considerate come "morte per malattia".

72 persone"non rintracciabili" (scomparse nel nulla senza lasciare traccia).

16 morti sospette,il destino di queste persone venne studiato accuratamente,tuttavia come elementi di prova vi furono anche le numerose testimonianze attendibili delle vittime sopravvissute alle crudeli torture e percosse,molte delle quali ridotte in condizioni pietose.

Nel 1765 il Consigliere di Corte Stepan Volkov ed il suo assistente consigliere il principe Dmitry Tsitsianov,completarono gli accertamenti,il cui contenuto venne inviato per un'ulteriore esame al 6° Dipartimento del Senato direttivo.

Dopo un processo durato tre anni,il 2 ottobre 1768,e dopo aver smascherato anche la fitta rete di connivenze tra i molti funzionari pubblici e di polizia corrotti che avevano insabbiato le denunce,la Saltykova venne riconosciuta colpevole di omicidio e di aver perpretato in 7 anni circa 138 omicidi,la lista degli omicidi comprendeva ufficialmente 75 nomi,anche se solo 38 furono i casi dimostrati con i corpi delle vittime ritrovati,e di cui fu documentato l'omicidio ed il tipo di tortura.

Ma nessuno dei giudici emise una precisa condanna,non avendo il coraggio di assumersi la responsabilità circa il futuro dell'eminente nobildonna,spostando l'onere della decisione al monarca regnante - Caterina II -.

Con la pena di morte abolita in Russia con decreto del 1754,l'imperatrice Caterina la Grande ebbe difficoltà a trovare modi adeguati per punirla delle sue atrocità.La condannò invece come un "mostro del genere umano",per atti di brutalità verso i suoi servi,optando per una condanna a vita.

Il 2 ottobre 1768,Caterina II inviò un decreto al Senato in cui era descritto in dettaglio la condanna da infliggere alla Saltykova e la procedura per la sua attuazzione. A margine del decreto,tuttavia l'imperatrice non riportava o nominava il nome della Saltykova,ma la indicava solo con un “lei” (onde sottolineare quanto fosse indegna di essere chiamata col suo nome),usando altresì le parole più sprezzanti,tipo:"Vedova mostro dell'umanità" - "aguzzina” -“carnefice” -,
ecc...;

Il decreto così firmato prevedeva :

1) Privazione dei titoli nobiliari - il 12 giugno del 1768 venne spogliata dei suoi titoli aristocratici e dei suoi beni;

2) Divieto a vita di utilizzare il nome del padre o del marito e le sue origini aristocratiche;Con un secondo decreto, l'imperatrice stabilì che "fossero restituite ai due figli tutte le proprietà della madre".

3) Confinamento di un'ora,in cui la condannata deve stare in piedi sul patibolo incatenata ad una colonna.

Il 17 ottobre del 1768 nella Piazza Rossa,accanto al Lobnoye Mesto,conosciuto come il luogo dei Teschi,una piattaforma circolare ancora oggi esistente dove ai tempi degli Zar venivano di solito annunciati i decreti ed usata per le cerimonie religiose,la "Saltykova" fu esposta al pubblico disprezzo incatenata ad una colonna e con la testa nuda come un'atto di umiliazione ed un cartello appeso al collo con la scritta: “carnefice ed assassina”,mentre uno scrivano leggeva ai presenti l'elenco dei suoi crimini;


Ogni anno in estate quando veniva esposta al pubblico per un'ora,la gente accorreva in massa a vederla,come se fosse stata una sorta di orribile meraviglia.

Ma non fini qui,perchè la regina Caterina era così preoccupata per l'educazione dei suoi sudditi,che fece emanare un'invito speciale a tutta la popolazione di qualsiaisi rango a presenziare sulla Piazza Rossa dove lo stesso giorno i suoi complici,servi e lacchè,ed il compiacente sacerdote di Trinità,Stepan Petrov,dopo essere stati puniti con frustate e con l'asportazione delle narici,furono inviati a Nerchinsk alla schiavitù eterna(lavori forzati).Per tutti quanti gli altri risultati corrotti e che assunsero tangenti e che in un modo o nell'atro coprirono gl assassinii,furono condannati alla fustigazione pubblica ed al successivo carcere.

4) All'ergastolo in un carcere sotterraneo senza luce

Venne poi rinchiusa in una cripta al di sotto della superficie del terreno,chiamata “pentimento” appositamente costruita sotto le mura del Monastero di Ivanovsky di Mosca,la cui altezza non superava i due metri,e chiusa dal di sopra da una pesante griglia di metallo,nel buio totale,costringendola ad una vita di tenebre ed isolamento eterno.Una candela veniva accesa due volte al giorno solo per i pasti,non poteva camminare,le era proibito ricevere e inviare corrispondenza,una breve conversazione era ammessa solo con il capo delle guardie od una suora.

Solo per le feste religiose più importanti,veniva tolta dalla sua prigione e relegata ad una piccola finestra nel muro del tempio,attraverso la quale poteva ascoltare la liturgia ed il rintocco delle campane in lontananza.

In questa fossa,trascorse 11 anni sepolta viva,alla fine ormai indebolita fu trasferita in una cella costruita sotto le mura del monastero fornita di una piccola finestra con le sbarre,che veniva aperta solo in estate,dove trascorse il resto della sua vita.

Ai visitatori del tempio era permesso di guardare all'interno e anche parlare con la prigioniera,che sputava e malediceva tutti.

Secondo voci non confermate,durante la carcerazione la nobildonna intrecciò una relazione con la sua guardia carceraria,con la quale ebbe anche un figlio.

Non si pentì mai delle sue azioni,ne provò mai rimorso o pentimento,si spense all'età di 71 anni,il 9 dicembre del 1801,dopo la sua morte la cella fu adattata come sagrestia.

Venne sepolta,in quella che oggi è la parte vecchia del cimitero ortodosso del Monastero di Donskoj a Mosca,dove sono sepolti tutti i suoi parenti e dove il sarcofago di marmo corroso dal tempo è ancora visibile.

Si dice che il fantasma della Saltykova a volte appaia nel passaggio sotterraneo che collega il monastero e la vicina Chiesa di Vladimirsky,maledicendo chi la vede.

Ref:http://cripo.com.ua


PSICHIATRIA

Sulla malattia mentale della Saltykova si può solo indovinare.Da un lato,si comportava come una credente,dall'altra commetteva crimini sadici.

1) Gli scienziati - criminologi e gli storici sono concordi su una cosa:la presenza di un grave disturbo mentale e di una forma di crudeltà patologica,quindi una delle possibili diagnosi puo' essere:”Pscipotatia epilettica” .

Si ritiene che l'epilettica nobildonna fosse una psicopatica.Le persone con una tale diagnosi sono spesso affette da focolai di aggressività ingiustificata,che induce ai delitti più brutali e sofisticati.Gli attacchi sono spesso causati da uno stato di estrema irritazione e da un'umore scontroso.In queste persone si possono riscontrare le seguenti caratteristiche:"un orrore irrazionale crescente nel tempo,sadismo che può manifestarsi sia nei confronti degli animali che delle persone,l'incapacità di controllare la rabbia,anche in quei casi pericolosi per la stessa vita dello psicopatico,bassa attività sessuale,ma allo stesso tempo saggiamente tendente alla tesaurizzazione,alla gelosia e possessività,raggiungendo forme estreme".

Questa descrizione è coerente con la natura della Saltykova.Nelle descrizioni dei contemporanei era una donna triste, sempre di cattivo umore,in uno stato di perenne angoscia,non riusciva a controllare la sua gelosia che raggiungeva forme estreme,tutto il suo sadismo venne vividamente illustrato nel corso dell'inchiesta.

2) Dal numero enorme di persone torturate in maggioranza donne,per lo più giovani e carine.Esiste una versione che questi tipi di aggressioni contro le donne,dimostri che vi era un'omosessualità latente nella Saltykova.Molti psicopatici epilettoidi dimostrano la propria omosessualità attraverso l'umiliazione sessuale e percosse con svariati oggetti.

La Saltykova,prima di attaccare la sua vittima e sottometerla alle più raffinate forme di tortura,per lungo tempo guardava le ragazze quando lavavano i pavimenti,per poi aggredirle alle spalle,in modo imprevisto.

Questa infame assassina seriale,ha lasciato il segno con le sue uccisioni atroci.Ciò che la distingue da altre donne serial killer era che lei godeva nel torturare e mutilare le sue vittime.Che cosa la spingeva a commettere questi macabri atti?

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